Poeta

Luigi AsquasciatiLuigi (Gigetto) Asquasciati, nato a Sanremo il 2 febbraio 1905, che proprio a Sanremo e al suo entroterra ha dedicato gran parte della sua opera poetica.

Figlio del banchiere Francesco e di Maria Accame e pronipote del sindaco Bartolomeo Asquasciati, studiò al Liceo Cassini e si laureò in lettere all'Università di Genova.
Lo si potrebbe definire ligure in corpo e anima, eppure si è sempre isolato sia per frequentazione sia per impostazione lirica dalla grande famiglia dei poeti liguri del suo tempo (Montale, Sbarbaro, Barile). Tuttavia ha lasciato un intero corpus poetico di alto valore, fra cui certamente saranno ricordate raccolte come: "Chiara ride", "Gli angioli di Melozzo da Forlì", Calendari la frana.

Poeta soprattutto, con lo pseudonimo di Renzo Laurano,  ma in generale uomo di cultura e protagonista della vita sociale cittadina.
Premiato, conosciuto a livello internazionale, è stato protagonista della grande stagione della sua cittadina tra le due guerre. Eroe di guerra, personaggio di grande dimensione mondana, gentiluomo vecchio stampo ed interessato anche a fenomeni innovativi, come la canzone d'autore.
Fu insegnante, viaggiatore appassionato e traduttore dal provenzale.

Soldato nella seconda guerra venne dato per morto sul fronte russo e, dunque, commemorato e pianto solennemente circa quarant'anni prima della morte effettiva. Un personaggio complesso e meritevole di essere ricordato.
Di antica famiglia sanremasca e vissuto sempre in Liguria, Renzo Laurano rimane, quale poeta, di ardua collocazione proprio all’interno di quella “linea ligure” che è d’uso riconoscere in un ruvido, essenziale, toccante esistenzialismo.

“Nella mia poesia, che è tanto turbata inquieta e sommossa dal mio «mal di Liguria» o «amor di Liguria», il mare-mare, quel «mare in persona» io lo conosco benissimo".

A Laurano interessava dunque far risaltare una visione che metteva al centro di tutto l’orizzonte marino, ciò detto, pure è obbligatorio il richiamo circa l'interesse portato da Laurano all’antica poesia trobadorica e si rimarca, fra l’altro, la continuità della passione trobadorica con la personale esperienza di poesia e quel sostegno al mondo della canzone che portò Laurano nel circondario festivaliero di Sanremo e alla creazione del "Club Tenco”.
Luigi Asquasciati nasce nella Sanremo della Belle Epoque, da una famiglia di alto livello sociale. Il giovane "Gigetto"cresce senza problemi, studia interessato alle materie più consoni alla sua sensibilità e si diverte, tantissimo, in una città internazionale piena di occasioni, un vero paradiso del divertimento.

Anche l’affermazione del Fascismo è da lui vissuta in rapporto alla dimensione vitalistica dell’affermazione di sé piuttosto che nel contesto politico.
Si laurea in Giurisprudenza nel 1928 e poi, seguendo l’istinto letterario, in Lettere nel 1934, sempre a Genova.

La poesia riflette ormai il suo mondo interiore attraverso le molteplici ispirazioni dettate dalla vita e dagli incontri amichevoli ed affettivi. Proprio nel 1934 il testo "Chiara ride" viene premiato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
E intanto il gioco del travestimento aveva coinvolto la stessa identità, che cambia dal difficile “Luigi Asquasciati” al musicale e poetico “Renzo Laurano”, lo pseudonimo di una vita.
In quegli anni diventa fittissima la corrispondenza con tanti esponenti del mondo letterario italiano. È rimasto celebre lo scambio di lettere con Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Salvatore Quasimodo.
Partecipa quindi alla seconda guerra mondiale in Fanteria. La divisa è per lui motivo di orgoglio patriottico e di ricerca d’avventura. Partirà per la Russia, non volontario. Lo si crederà disperso e caduto, ma riesce a ritornare.

Sarà poi insegnante, a lungo, nel dopoguerra. E continuerà a scrivere: poche raccolte di poesia, molto meditate, molti articoli, recensioni, traduzioni degli amati trovatori provenzali, lettere. E amore, amore per le tante ispiratrici della sua poesia, del suo sentimento, per la sua città e gli amici con cui ha condiviso una vita piena di trasformazioni, colpi di scena ed avventure anche letterarie.

Renzo Laurano si è occupato anche di musica. Anzi, di musica e poesia. Ovvero dei testi, intesi come poesia. Tale situazione culmina nel 1972 con la fondazione del "Club Tenco", creato nel ricordo del cantautore: un gruppo di amici, e pure il momento di un intenso dibattito sulla funzione del poeta e della musica nel contesto moderno, al quale Laurano partecipa con impeto.

Morì a Genova il 16 maggio 1986 e con lascito testamentario al Comune di Sanremo lasciò alla biblioteca Civica 4600 volumi, 7000 lettere e 2500 riviste letterarie dell'epoca.
Contestualmente lasciò al Museo Civico la raccolta di quadri e stampe di famiglia ed i cimeli garibaldini.  

(tratto da Rosso Venexiano)
 

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