Il monastero della Carmelitane Scalze

Chiesa delle Carmelitane

La chiesa delle Carmelitane col suo parco intornoNella zona dell’attuale corso Cavallotti, dove oggi sorge la chiesa, esisteva un tempo una piccola cappella dedicata a san Nicola di Bari, demolita alla fine dell’Ottocento per consentire l’allargamento della strada carrozzabile, che era situata proprio ai lati del parco della villa detta delle «Braje», costituita da un’estesa proprietà signorile con annessa casa di abitazione, orto, frutteto e giardino, appartenente alla famiglia Borea d’Olmo.


Ci vuole un Carmelo a San Remo“, con queste parole il Santo Papa Pio X indicava alle Carmelitane Scalze di Saint Die, scacciate dalla Francia per effetto delle leggi napoleoniche sulla soppressione degli Ordini Religiosi, di chiedere ospitalità alla nobildonna francese contessa Renée d’Auvers nella sua villa di San Remo cedutale verso la fine del XIX secolo, insieme alle proprietà annesse, dai Borea d’Olmo.

La contessa d’Auvers, discendente di San Luigi re di Francia, accolse le monache, come aveva loro predetto il Papa e in seguito donò la sua villa alle Carmelitane Scalze per essere definitivamente trasformata in monastero nel 1899.
Immagine di fine '800 su corso CavallottiL’attuale cappella, progettata per la contessa D’Auvers, fu realizzata nel 1902 in stile neogotico dall’architetto Franco Tornatore, che adattò mirabilmente tale stile alle dimensioni particolarmente ridotte della piccola costruzione.


La chiesa di Corso Cavallotti con il tram di passaggioCosì dal 1902 c’è un Carmelo a San Remo, un luogo dove si innalza a Dio un’incessante preghiera di lode ed intercessione.



La seconda guerra mondiale non risparmiò il monastero, cui i bombardamenti avevano creato notevoli dissesti; a ciò si unì la particolare congiuntura della ricostruzione ed espansione della città che non lasciò molto spazio al silenzio, necessario alla vita di preghiera carmelitana.


Nel 1958, essendo diventata ormai la zona troppo centrale e inadatta ad un luogo di clausura, le suore vendettero il convento al Comune, che rese pubblico il parco dove oggi sorge la nuova stazione ferroviaria e portarono la Comunità ad augurarsi un trasferimento in una zona della città più silenziosa.
Fu trovata così la zona adatta, nella piccola struttura conventuale con la chiesetta dedicata alla Madonna della Misericordia, protettrice degli abitanti di Bonmoschetto, sulla collina dei fiori, che contempla il mare e la città dall’alto.

La facciata della chiesa vista dal corso CavallottiLa chiesa di corso Cavallotti rimase aperta al culto sino al febbraio del 1986, quando fu chiusa per essere sottoposta ad una serie di restauri e interventi conservativi, finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

Il parco delle CarmelitaneFinalmente, il 25 Febbraio 2009, dopo 17 anni è stato inaugurato e aperto al pubblico l’ex parco delle Carmelitane, un vero e proprio patrimonio per la città, per tanto tempo rimasto inutilizzato. Per generazioni di sanremesi è stato uno dei luoghi ideali per trascorrere il tempo libero.


Nel 2008 grazie all’intercessione del parroco della chiesa di Santa Maria degli Angeli Don Giacomo Simonetti, all’impegno del Vescovo diocesano Monsignor Alberto Maria Careggio ed alla sensibilità del Commissario prefettizio che allora reggeva le sorti della città, il dottor Luigi Calandrella, veniva inaugurata presso la chiesa del Carmelo, la prima parrocchia ortodossa-romena del ponente ligure dedicata ai Santissimi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa alla stessa stregua del “ nostro” San Benedetto da Norcia, celebri per aver cristianizzato l’Europa sud- orientale.

(da un articolo su "Riviera24").

Monastero del Carmelo

L'area del nuovo Monastero in BonmoschettoDopo la cessione della chiesetta, il 4 novembre 1958 la comunità delle Carmelitane Scalze della nostra città si trasferì in un nuovo monastero, ubicato in via Padre Semeria, sulla collina ai piedi di Coldirodi in regione Bonmoschetto.

Il complesso del MonasteroIl convento, destinato alla clausura e dedicato a sant'Elia, è opera del celebre architetto milanese Gio Ponti (1891-1979), che lo realizzò a partire dal 1957 secondo un progetto che, per sua stessa ammissione, costituì il momento più alto e gioioso della sua carriera.

Cantiere per la costruzione del nuovo MonasteroSul luogo dove sarebbe sorto il monastero esisteva la chiesa campestre di Santa Maria in Bonmoschetto, sede fino a quel momento di una piccola comunità di frati e abbattuta per far posto alla nuova costruzione.



La facciata della chiesaL'edificio, anche per rispondere alle esigenze di profonda ed elevata spiritualità delle suore di clausura, si fonde armoniosamente con le soluzioni espressive di un'architettura semplice e lineare in perfetta sintonia con la più schietta e genuina tradizione architettonica ligure.



L'interno della chiesa

Nell'attigua chiesetta, dotata di ampie e luminose vetrate, si conserva tra l'altro il dipinto Madonna della Misericordia, detto anche di Santa Maria di Bonmoschetto, un'opera proveniente dall'omonima cappella campestre e realizzata nel 1760 da Dal Pozzo.

Le vetrate con le Croci all'internoNell'elegante chiostro interno si segnala in particolare il motivo architettonico costituito da agili pilastri e dalle trabeazioni riproducenti una serie di croci stilizzate.

Dopo la solenne consacrazione della chiesa, avvenuta il 7 giugno 1959, le suore sono entrate definitivamente in clausura nel nuovo monastero.
In tale occasione papa Giovanni XXIII ha affidato alla comunità delle Carmelitane Scalze il mandato di pregare incessantemente per l'unità della Chiesa.

L’8 gennaio 1989 il Monastero passa dalla giurisdizione del Vescovo locale a quello della Provincia.


La Comunità, composta da diverse nazionalità, vive pregando e lavorando, nella condivisione della vita quotidiana fatta di gioie e fatiche, di incontri e diversità culturali, per dire a questa splendida ed accogliente città, e al mondo intero che Dio ci chiama all’unità e alla pace, in Lui, nostro canto ed amore infinito.

Il 16 Agosto 2019, dopo il parere preventivo favorevole dell'Amministrazione Comunale alla costruzione di una struttura ricettiva nei pressi dal convento di via Padre Semeria, mise le suore di clausura, note da anni per produrre squisite marmellate biologiche, nelle condizioni di poter aprire al pubblico per la prima volta i cancelli del Monastero.

(da un articolo su "Riviera24").

(fonti: testi Andrea Gandolfo, note da "Sanremo Storia e Anima di una città", altri; immagini da archivio privato, WEB)