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Dal Dopoguerra al 1969

1 - 1945 Il dopoguerra e la faticosa ricostruzione

Nel 1945 la città di Sanremo contava circa 30.000 abitanti. Le sue principali fonti di ricchezza erano in pessime condizioni: il Casinò chiuso, l'esportazione dei fiori bloccata dall'interruzione delle strade e della ferrovia, il turismo inesistente.
Molti Alberghi sono stati danneggiati sia dalle bombe sia dai diversi eserciti che li avevano requisiti.
Il primo ed unico turista del dopoguerra fu il milionario Italo - Americano Acquavella che, fra lo stupore dei Sanremesi, ammarò nello specchio del porto col suo Anfibio "Seabee".

Tessera annonaria per il sale
Danni all'interno del portoIl reddito era misero, con la tessera annonaria si aveva diritto ad un etto di pane a testa, l'energia elettrica e l'acqua erano fornite solo poche ore al giorno, il gas mancava del tutto.

Dopo due anni di continui bombardamenti aerei e navali il patrimonio edilizio di Sanremo era seriamente danneggiato.


In particolare presentavano estese demolizioni la Zona del Porto, a valle della Via Roma, il centro della Pigna e l'area di Piazza Colombo Macerie in Piazza Colombodistrutta il 20 Ottobre del 1944 dalla grande esplosione dell'edificio che comprendeva il Tribunale, la Casa del Edificio danneggiato in via RomaFascio, il Mercato dei Fiori nel quale erano ricoverati 48 barchini esplosivi tedeschi "Linsen".

Danni minori in tutto il centro abitato.



Nell’ottobre 1945 la Giunta Siffredi, che ricordiamo fu nominata dal CLN Sanremese, decise di riportare l’esercizio del gioco, provvisoriamente ospitato nei saloni dell'Hotel Vittoria Roma, nella sua sede naturale, il Casinò, chiuso dal giugno 1940.
Il Casino Municipale
Per dirimere la questione sulla forma di conduzione da adottare per la casa da gioco, la giunta nominò una commissione incaricata di pronunciarsi in merito, che si insediò nel novembre 1945. Intanto, in vista dell’ormai prossima riapertura del Casinò, prevista per il 31 dicembre 1945, veniva indetta l’asta d’appalto, che vide la partecipazione di nove società, tra cui sarebbe stata prescelta quella del ragioniere Placido Gandini. Non avendo però potuto il ragioner Gandini rispettare gli impegni contrattuali, la sera del 28 dicembre il sindaco dichiarò decaduta la società Gandini e affidò la gestione dei giochi alla Società CIRT (Compagnia Italiana di Ricostruzione Turismo).
La notte di San Silvestro del 1945 la casa da gioco riaprì dunque i battenti sotto la nuova gestione.

 

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