3 - La Restaurazione e l'inizio del Risorgimento
La Restaurazione portò a San Remo guarnigioni di croati, «li soldati li più incivili, li piu indiscreti, e li più incontentabili, che si potessero trovare... che si davano a rubare e sulle botteghe e nelle campagne », tosto sostituiti da altri croati, così disciplinati « che si potrebbe dire che fossero tutti uomini non soldati, ma civilizzati ».
II Congresso di Vienna, nel dicembre del 1814, annetteva la Liguria al Regno di Sardegna. Fu questo l'evento che suscitò il più grande entusiasmo nei sanremesi, che vedevano finalmente cessare il domino genovese sulla città, i cui eccessi non erano stati dimenticati.
La città inviò una delegazione a Torino per confermare la gioia dei sanremesi; poi furono decretati solenni festeggiamenti, che non ebbero eguali in tutta la Liguria. Fu questa la vera rivincita di San Remo nei confronti di Genova dopo i tragici fatti del 1753.
San Remo tornava a ricoprire il rango di capoluogo di provincia nell'ambito della Divisione di Nizza; la ritrovata pace favoriva la rinascita civile ed economica della città, che la saggia amministrazione del sindaco Siro Andrea Carli e l'appoggio dell'intendente Alberto Nota consolidarono.
Non mancarono tuttavia calamità negli anni di quel secolo: nel 1818 terremoto e febbre tifoidea, nel 1831 altra forte scossa di terremoto, cosi descritta nel Manoscritto Borea: « Incominciò per rumore si fece sentire oscilatorio e poi ondulatorio e durò 15 secondi e se durava di più eravamo tutti andati... tutti si ritirarono alla campagna e San Remo rimase deserto ».
Nello stesso anno la città veniva restituita alla diocesi di Ventimiglia.
Il 23 febbraio del 1835 una grave epidemia di colera seminava vittime da Marsiglia a Genova; San Remo fu allora fortunatamente risparmiata e la popolazione riconoscente decise solenni ringraziamenti. Ma il morbo si presentò nel 1837 e questa volta i morti furono centinaia.
Una lettera del 26 agosto descrive la situazione in città con questi accenti drammatici: « Ogni uomo è aterito, serate case e botteghe, fuggirono chi di qui chi di la, restando quasi spopolata la città piena de spavento e de terrore. Per maggior paura de questo deigraziato paese, morirono in sul principio l'intendente Francesco Bozzanigo et il signor comandante il castello Antonio Bertagna perloché non essendove più comando restò il paese maggiormente in preda ai ladroni et al disordine onde si raddoppiarono i fuggiaschi non vi restò chi curasse li malati e seppellisse li morti...».
Nel 1887 si verificò un'altra scossa di terremoto devastante. Il terremoto causò ingenti danni agli edifici cittadini: due campanili rovinarono in parte, la piccola cupola della Madonna della Costa si ruppe a metà, e alcune case della città vecchia crollarono completamente; risultarono inoltre gravemente danneggiati i caseggiati di vecchia costruzione. Oltre ai danni materiali, valutati due milioni di lire, la città dovette anche subire quelli economici in quanto le forti scosse resero praticamente deserti gli alberghi e le ville cittadine. Migliaia di turisti si attendarono nei pressi della stazione ferroviaria in attesa dei treni, sui quali partirono con il triste ricordo dello scampato pericolo. A Sanremo comunque non si registrò alcuna vittima del terremoto. Ma il paese più colpito del comprensorio sanremese risultò quello di Bussana, dove crollarono quasi tutte le case ubicate nel quartiere denominato “Rocche”. Anche a Bussana, come a Baiardo dove si registrarono ben 220 vittime, crollò la volta della chiesa dove molti fedeli assistevano alle funzioni religiose del Mercoledì delle Ceneri.
Ormai Bussana era inabitabile ed i suoi abitanti furono convinti a trasferirsi in nuovo abitato sito più verso il mare.
L'epopea risorgimentale e le guerre d'indipendenza ebbero anche il contributo di diversi cittadini sanremesi.
Dopo l'insuccesso dei primi moti carbonari del 1821, la repressione albertina si fece sentire anche a San Remo. Numerose furono i cittadini inquisiti per avere manifestato simpatia per i costituzionalisti. Tra queste, i rapporti di polizia segnalavano l'avv. Pietro Baccini, et dottor Giacomo Biria, licenziato in tronco dall'impiego per le sue idee liberali, l'avv. Bernardo Bonfante, considerato uno dei capi del gruppo di Porto Maurizio, l'avv. Pietro Carbone, destituito dalla carica di consigliere comunale e sorvegliato, e diversi altri intellettuali.
L'atmosfera e i sentimenti irredentistici del tempo sono descritti nelle pagine del Lorenzo Benoni e de 'Il dottor Antonio' di Giovanni Ruffini, che ebbero il merito di attirare sulla Riviera l'attenzione e la simpatia di tanti lettori d'oltralpe, come è noto non soltanto con riflessi positivi per futuri sviluppi politici, ma soprattutto per la nascita della più autentica vocazione, il turismo.
Fra i personaggi sanremesi che si distinsero in quel periodo, si ricordano il soldato Piero Astraldi, che riuscì ad avvisare i superiori del pericolo che stava correndo Carlo Alberto a Milano, dopo la sconfitta della 'fatal Novara'; Francesco Martini, che partecipò a quasi tutte le imprese di Garibaldi, guadagnando sul campo il grado di maggiore e alcune decorazioni; Giambattista Calvino, fra i primi ad entrare in Roma dalla breccia di Porta Pia.
Il ricordo più vivo è legato alla figura di Giuseppe Garibaldi, che giovane marinaio frequentava San Remo sul brigantino 'Costanza' di capitan Angelo Pesante.
L'eroe dei due mondi il 26 settembre 1848 dalla fnestra della casa del Pesante in Pian di Nave esortava i sanremesi a non disperare nei destini della Patria.
Il 14 aprile 1860, dopo il passaggio di Nizza alla Francia, accettava la cittadinanza sanremese con le seguenti parole:
« Io accetto con gratitudine il titolo onorevole che mi annovera fra i cittadini Sanremesi, dai quali io imparai ben giovane a disprezzare i pericoli del mare... Come cittadino di San Remo io propugnerò certamente, all'uopo, le giuste reclamazioni della mia città adottiva ».
(Fonti: dai libri “Sanremo, cuore e anima di una Città" ; "Storia tascabile della Città di Sanremo", di Andrea Gandolfo). immagini da archivio privato e Web)
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