Prete, Poeta e Scrittore

Antonio Amoretti

Nasce a Sanremo il 28 luglio 1791.
Dopo aver fatto gli studi di latinità abbracciò, ventenne, la carriera ecclesiastica. Ma iniziò, anche, una lunga attività di insegnamento.
Nel 1823 vinse, per concorso, una cattedra di retorica e umanità al Collegio Civico di Sanremo dove insegnò fino al 1839 quando dovette ritirarsi per far posto ad altro insegnante, pare, ma non ci sono dati storici certi, più raccomandato .
La sua carriera non finì. Nel 1848 diventò insegnante di Belle Lettere al Regio Collegio di Nizza e nel 1849 addirittura Provveditore agli Studi dell’allora provincia di Sanremo.

Avrebbe anche potuto diventare docente universitario ma quando, nel 1854, gli fu offerta la cattedra di eloquenza all’università di Genova dovette rifiutare per non allontanarsi dai genitori anziani che vivevano a Sanremo.

La sua carriera scolastica finì nel 1857 quando, avendo perso quasi del tutto la vista, ottenne la pensione.


Morì a Sanremo il 18 febbraio 1870.


Tra le sue opere si ricordano scritti, tutti legati a Sanremo, come Del dipinto a fresco eseguito da Jacopo Boni nel Santuario di N.D.detto della Costa , Cenni su la vita di Francesco Maria Gaudio e Cenni storici del canonico G.B.Musso.

All’abate Amoretti era stata già dedicata, nel 1901, una strada, più centrale, che collegava via Marsaglia a via Roglio: l’amministrazione socialista sanremese dei primi anni del secolo gli preferì il nome più risorgimentale di via Mentana.

Fu, infatti, nel 1911 che la Commissione del censimento, all’epoca competente per la toponomastica, gli intitolò una via della città vecchia, che collega via Riccobono a vicolo Piazzaretto. Una delle tante strade un tempo pulsanti della Pigna, oggi un po’ dimenticate.

Anche l’attuale via Amoretti ha avuto le sue vicissitudini prima di venire intitolata all’abate: fino al 1901 si era chiamato vicolo Riccobono ma la denominazione, per non confonderla con la vicina via Riccobono, fu cambiata in via Sebastiano Gazzano, oscuro sanremese che nel 1753 fu incaricato di guidare una delegazione che doveva chiedere al Re di Sardegna aiuto contro Genova.

Probabilmente la delegazione non arrivò mai a Torino, perché Sebastiano Gazzano risulta morto assassinato a Perinaldo.
E, ironia della sorte, nel 1903, il suo nome sparì dalla toponomastica cittadina per essere sostituito proprio da via Perinaldo che, nel 1911, sarebbe poi diventata via Amoretti.

(contributo di Bruno Monticone)

 

 

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