Un teatro storico che la follia della guerra ha fatto sparire

Il Conte Stefano Roverizio di Roccasterone fu sindaco di Sanremo a più riprese dal 1844 al 1848, dal 1850 al 1855 e infine dal 1873 al 1875.

Specie in quest'ultimo periodo la città assume la fisionomia di stazione climatica internazionale ed opera la sua grande trasformazione attraverso un enorme fervore di opere oltre che di vita e di mondanità.

Lo sviluppo delle attività turistiche nella seconda metà dell'Ottocento portò anche alla realizzazione di nuove strutture ricettive e ricreative in grado di favorire il divertimento e lo svago dell'ormai sempre più numerosa clientela turistica della città matuziana.
Via Principe Amedeo con il teatro sulla sinistraProprio per venire incontro a questa esigenza, gli amministratori comunali, constata la totale insufficienza del vecchio teatro Chiarle a contenere tutti gli spettatori cittadini e forestieri, decisero di affidare al giovane architetto genovese Giacomo Grasso l'incarico di approntare un progetto per la costruzione di una nuova e più capiente struttura teatrale cittadina.

La facciata del Teatro negli anni '40Messosi subito al lavoro, il 9 agosto 1875 l'architetto Grasso consegnò il progetto del nuovo teatro, che, grazie all'intenso e alacre attivismo del costruttore Giuseppe Bissini, direttore dei lavori, fu completato già il 14 novembre dello stesso anno.

Il 9 dicembre 1875 il principe Amedeo di Savoia accettò la dedica del nuovo teatro e il 22 gennaio 1876 si procedette alla sua solenne inaugurazione con gli spettacoli d'apertura "Un ballo in maschera" e "Il Trovatore" di Verdi, la "Sonnambula" di Bellini e il "Poliuto" di Donizetti, diretti dal maestro Francesco Della Ferrara.
Impresari furono i Signori Bissini, Sghirla, Margarini e Minoia.

L’edificio, costato circa 200.000 lire, era di stile severo e classicheggiante, misurava nella facciata 16 metri in altezza e 20 in larghezza per una profondità massima della costruzione di 40 Le porte d'ingresso con i finestroni al di soprametri.

Presentava nella facciata principale tre grandi finestroni sovrastanti tre ampie porte, dalle quali si accedeva alla platea e alle scale dei palchi, che erano affiancate da due porte più piccole, sovrastate anch'esse da due finestre di dimensioni più ridotte, che conducevano una al loggione e l'altra alla sala.

La platea ed il palco con i palchetti ai lati


L'ampio loggione coi palchetti e leilluminazioniLa grande sala interna, di foggia tradizionale, possedeva una vasta platea, dotata di cinque file di panche tappezzate e 56 poltroncine di velluto con una capienza complessiva di 500 persone, e di un grande palcoscenico, mentre al piano superiore erano collocate altre due file di palchi e un ampio loggiato capace di 400 persone elegantemente decorato con tappezzeria di seta rossa.



Il Teatro era stato inoltre adornato, sia dentro che fuori, con i pregiati stucchi realizzati dai Baglioni, gli affreschi dell'atrio, del ridotto e della sala erano invece opera del pittore decorativo genovese Giovanni Novaro, mentre il sipario con le scene erano stati realizzati dal fratello di quest'ultimo, Giovanni Battista Novaro.

L'edificio subì tuttavia alcune modifiche nel 1913 quando venne ristrutturato su progetto dell'architetto Carlo Gastaldi e nel 1943 mutò perfino il nome primitivo di "Principe Amedeo" in quello di "Giuseppe Verdi".

Locandina di una commedia in dialetto di autori localo  Locandina per l'esecuzione di un'operetta

Locandina per la rappresentazione di un dramma liricoLocandina per una commedia di GoldoniNel primo trentennio di attività il Principe Amedeo ospitò moltissime opere teatrali di grande levatura, annoverando fra il suo pubblico nomi illustri e altolocati, tra i quali si può ricordare il Principe ereditario di Germania Federico Guglielmo, che si recò ad assistere ad uno spettacolo al Principe Amedeo durante il suo breve soggiorno a Sanremo nella stagione invernale 1887-88.


Un comizio politico del ventennio fascistaIl palco addobbato per un veglione di CarnevaleNon solo spettcoli teatrali, ma fu utilizzato anche per convegni politici del ventennio, per occasioni di feste speciali.

Una rappresentazione folkloristica in costumeIn seguito, però, a causa della concorrenza del neonato Teatro del Casinò, il Principe Amedeo avrebbe conosciuto un periodo di crisi destinato a durare almeno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando la contemporanea chiusura del Teatro del Casinò ridiede nuovo prestigio allo storico teatro matuziano.

Il teatro danneggiato gravemente da un bombardamento aereoUn'altra immagine del Teatro danneggiatoNell’agosto del 1944 un bombardamento danneggiò gravemente l’edificio che fu definitivamente demolito nel dopoguerra.


Lo spiazzo lasciato libero dopo che le macerie sono state eliminateUna volta ripulita dalle macerie, al suo posto risultò uno spiazzo che, nel corso degli anni, fu utilizzato in molti modi, compreso un parcheggio per le auto. fino ad oggi, quando, rivalutato, ha preso il nome di piazza Borea d'Olmo (dal nome del Palazzo sullo sfondo) con la sua utilizzazione per varie manifestazioni pubbliche.

(fonti: libera elaborazione da testi di Andrea Gandolfo e Roberto Colombo; immagini da archivio privato)

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