Una villa come regalo di nozze

La villa in fondo al viale d'accessoProgettata nel 1896 da Pio Soli su ordinazione dell'ingegnere Giovanni Marsaglia per celebrare le nozze della figlia Stefania con il patrizio bolognese Lamberto Bevilacqua Ariosti, la villa è ubicata in via Nuvoloni di fronte all'ingresso dell'ex Hotel Savoy.

La villa ancora in fondo al vialeL'edificio, a tre piani è perfettamente conservato all'interno e all'esterno, e costituisce un riuscito esempio di fusione di neoclassico e neorococò. Pio Soli, ispirandosi alle ville realizzate da Charles Garnier a Bordighera sul modello dell'Opera di Parigi e del Casinò di Montecarlo, progettò un edificio caratterizzato da un corpo centrale affiancato da una torretta situata sul lato sud-est e terminante in una copertura a cuspide piramidale, tetti a mansarda ricoperti di ardesia a squame di pesce e sormontati da decorazioni floreali in ferro battuto, finestre ad oculo abbellite di artistici cartigli in stile francese e merletto di ferro battuto posto al vertice del tetto.
Vista dall'alto
Eleganti rifiniture in stucco bianco rimarcano dal di fuori l'impostazione architettonica dell'edificio, al cui atrio si accede da un piccolo pronao.
Panoramica della villa insieme all'Hotel SavoyAl piano nobile della villa sono dislocati il soggiorno e la sala da pranzo arredati con mobilia in stile Rinascimento fiorentino e posti allo stesso livello della stanza del biliardo e della sala da gioco ingentilite con decorazioni di ispirazione orientale.
Una delle stanze interneI piani superiori, ai quali si accede tramite una scala, sono contraddistinti da vari ambienti impreziositi da raffinati stucchi e delicati affreschi e da una colonnina marmorizzata che regge una statua bronzea portalampada. Altre statue portalampada in bronzo adornano inoltre i piccoli viali dell'attiguo giardino all'italiana.

Il portale d'ingressoTale tipologia di villa, di cui questa rappresenta forse la versione migliore, riscosse un particolare successo, tanto da essere riproposta in altre ville dell'epoca, quali Villa Mi Sol, Villa Marie Joseph e Villa del Sole, che sembrano quasi identiche sotto il profilo architettonico a Villa Stefania, il cui modello sarebbe stato ripreso dallo stesso Soli, seppur con qualche lieve variante, nella ristrutturazione di Villa Nobel.

Particolare della scala d'accessoLa villa risulta in special modo particolarmente significativa sotto l'aspetto artistico e architettonico per le eleganti decorazioni eclettiche delle logge, delle cornici marcapiano, dei timpani sovrastanti le finestre, ma soprattutto per le ringhiere in ferro battuto sormontanti gli attici, secondo un modello che sarebbe poi diventato tipico dell'architettura cittadina.
I saloni e i soffitti delle stanze furono dipinti dal pittore torinese Giorgio Ceragioli, che vi realizzò scene di genere e in particolare l'affresco Le stagioni, contrassegnato da uno stile vagamente classicheggiante che già preannuncia, ma solo parzialmente, le nuove tendenze artistiche di cui si farà promotore in seguito lo stesso artista. Con quest'ultimo collaborarono a Villa Stefania Rodolfo Morgari, pure lui torinese e già autore degli affreschi del Castello Marsaglia, che dipinse una scena di sapore orientale al pianoterra con figure monocrome in stile pompeiano, e probabilmente l'artigiano del ferro battuto Alessandro Mazzucotelli, che realizzò i lampadari e i ferri battuti.

Attualmente la villa è posseduta dalla famiglia Vacchino, che ha mantenuto intatte tutte le decorazioni interne e i pregevoli mobili neobarocchi della sala da pranzo.

(fonti: testo da Andrea Gandolfo; immagini da Web ed Archivio privato)

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