La Parrocchia di Bussana

La Storia

La data di erezione della Comunità Parrocchiale di Bussana è incerta, si crede sia avvenuta nel 1567. La chiesa parrocchiale e tutto il paese subirono danni ingenti in occasione del grave sisma del 23 febbraio 1887.

Il campanile svetta sulle rovine di Bussana vecchiaL'intero paese e la chiesa vennero trasferiti sulla collina immediatamente prospiciente il mare, il Capo Marine, dove ancora oggi domina l'imponente mole del Santuario, voluto in modo particolare dall’allora parroco di Bussana don Francesco Lombardi, il quale, dopo la distruzione del suo paese a causa del rovinoso terremoto, dedicò tutto il resto della sua esistenza per la realizzazione di una nuova grande chiesa nel nuovo centro abitato di Bussana, sorto nell’immeditato entroterra del litorale tra Sanremo e Arma di Taggia per accogliere la popolazione sfollata dal vecchio paese andato quasi completamente distrutto dal sisma.

La posa della prima pietra del nuovo edificio sacro avvenne il 15 settembre 1889 durante una solenne cerimonia alla presenza del vescovo di Ventimiglia Tommaso Reggio e delle massime autorità del circondario.

Bussana Nuova nel 1910All'edificazione di quest'opera il Comune bussanese aveva stanziato una somma di 62.000 lire, delle quali 15.000 servirono subito per porre le basi per la nuova chiesa di una grandezza normale. Don Lombardi si oppose però vivamente, intenzionato a costruire un edificio dalle dimensioni monumentali.
Il parroco di Bussana si rivolse allora all’ingegner Dufour, già progettista della chiesa genovese dell’Immacolata, il quale predispose un disegno di santuario a pianta ottagonale, che fu in seguito ampiamente seguito dallo stesso Dufour, poi perfezionato dall’ingegnere Salvatore Bruno di Sanremo e infine concluso da un altro ingegnere sanremese, Giacomo Picconi.

L'edificio in progetto aveva dimensioni enormi (46 metri di altezza, 37 metri di larghezza e 97 metri di altitudine sul livello del mare), ma il preventivo ammontava però ad almeno 180.000 lire (una cifra decisamente enorme per l’epoca), per cui Don Lombardi si attivò per trovare i soldi per garantirne la costruzione.

Per prima cosa riuscì a far cambiare il progetto alle Autorità Comunali riuscendoci, malgrado qualche tentativo di opposizione ma grazie anche all'appoggio
del sottoprefetto di Sanremo, che fu presente alla seduta dedicata alla questione sollevata da don Lombardi. Quindi destinò alla Fabbrica della chiesa la somma rimasta delle iniziali 62.000 lire e poi coinvolgendo tutti i parroci italiani e a tutti i superiori delle Congregazioni religiose in una richiesta di aiuto a favore della causa dell’erigendo santuario, al quale contribuì per primo il vescovo di Ventimiglia Reggio, che inviò tremila lire, seguito da moltissimi benefattori (si calcola siano stati addirittura più di un milione), i quali, tra il 1887 e il 1903, diedero il loro contributo alla realizzazione del santuario.
Grazie a questo, il 14 dicembre 1892, fu possibile la consacrazione della chiesa, peraltro non ancora ultimata, mentre, intorno all’edificio sacro, venivano eretti un orfanotrofio e un asilo infantile.
Intanto iniziavano ad affluire i primi numerosi fedeli grazie soprattutto alle varie Attività cattoliche liguri; veniva fondato il periodico «L’Eco del Sacro Cuore», spedito in tutto il mondo ai benefattori del santuario.

La consacrazione definitiva del tempio si tenne invece il 20 ottobre 1901 alla presenza dell’arcivescovo di Torino, cardinale Agostino Richelmy, del vescovo di Ventimiglia Daffra, di quello di Massa Marittima Gio Batta Boracchia, e con la partecipazione di moltissimi fedeli provenienti da vari centri della Liguria e del Piemonte.

La facciata

La facciata del Santuario oggiLa scalinata d'accesso al SantuarioLa facciata del santuario ha un aspetto particolarmente imponente ed è caratterizzata da un’impronta rinascimentale mitigata dal grandioso arco del frontone, sormontato da una croce di rame dorato alta cinque metri.
In cima al campanile è collocata invece la statua in bronzo dorato del Sacro Cuore di Gesù, alta tre metri e mezzo, che è stata realizzata dai fratelli Bertarelli di Milano con una corona regale tempestata di pietre di vari colori e una raggiera sul capo, mentre dal cuore si dipartono sette raggi sino al livello del piedistallo, dove risalta l’iscrizione: «Cor Jesu regnat, vincit, imperat».

L’arco del frontone risulta decorato con tredici medaglioni realizzate dal savonese Raffaele Resio nel 1893, mentre i grossi pilastri che reggono l’archivolto sono ornati da quattro nicchie con le statue della Fede, della Carità, di sant’Egidio e di san Francesco di Sales, scolpite dal veneziano Giusto Liva.

Il mosaico policromo sovrastante il portale fu disegnato dal pittore torinese Luigi Rodolfo Morgari nel 1893 con la consulenza del direttore La gradinata di fronte all'ingresso nel 1905dei mosaici della basilica veneziana di San Marco Pietro Saccardo.

Ai lati della scalinata di accesso si stagliano due grandi statue di angeli eseguite dal bergamasco Cesare Zonca nel 1910 ad ornamento della facciata.
Il portone del santuario, scolpito nel 1893 dai fratelli Liva in noce massiccia con intarsi a cassettoni, è inquadrato da un classico portale marmoreo realizzato nel 1915 da Cesare Paleni di Bergamo su disegno di Pietro Agosti.


L'interno

Nel catino dell’abside è dipinto l’affresco del Morgari L’omaggio delle nazioni al Sacro Cuore (1893), al di sotto del quale, tra due imponenti cornicioni che seguono il perimetro della chiesa, sono sistemate diciassette nicchie, contenenti una serie di grandi statue in gesso realizzate nel 1893 dal torinese Giovanni Minoia. La volta del presbiterio presenta invece l’affresco "Il trionfo dell’Eucarestia" realizzato del Resio, autore pure dell’affresco della volta centrale raffigurante l’apparizione del Sacro Cuore a santa Margherita Maria Alacoque e dei due angeli della Giustizia e della Pace, tutti eseguiti nel 1893.

L'interno della Basilica con l'OrganoAl di sopra dell’organo, fabbricato nel 1915 dalla ditta Vittino-Bossi-Vegezzi di Centallo, si trova l’ampia finestra a trifora istoriata raffigurante la Madonna del Sacro Cuore, eseguita nel 1893 dal nizzardo Giuseppe Fassi su disegno dal Morgari, che fu anche l’autore delle quattordici tele che costituiscono il percorso di un’artistica Via Crucis.
L’interno del santuario si distingue in modo particolare per la profusione di oro sullo sfondo delle pareti, sui capitelli, sulle lesene e sui cornicioni, mentre la doratura del soffitto fu realizzata da Giovanni Minoia. Gli stucchi di ispirazione classica sono dovuti invece a Giusto Liva, che vi trasfuse mirabilmente il gusto e la tecnica della migliore arte veneziana.

Sul lato sinistro del santuario nei pressi dell’entrata, subito dopo una porta recante sulla lunetta l’affresco Risurrezione del Resio, è collocata la statua lignea del Cristo morto realizzata dallo Zonca. Nella successiva «Grotta di Lourdes», eseguita dallo stuccatore Luca Casella, sono sistemate una statua dell’Immacolata e una raffigurante Bernadette Soubirous, scolpite entrambe nel 1898 dal Minoia.

Su un lato della navata si trova l’altare dedicato alle Anime del Purgatorio, eseguito nel 1915 da Ludovico Pogliaghi, con il gruppo scultoreo delle anime purganti scolpito in marmo bianco da Ernesto Paleni di Bergamo. L’altare successivo, dedicato a sant’Egidio patrono di Bussana, è sovrastato da una tela del Resio raffigurante il santo abate, mentre sopra l’altare è collocata una statua lignea settecentesca di sant’Egidio.

L’ultimo altare a sinistra, dedicato alla Santa Croce e scolpito dal sanremese Domenico Carli, è caratterizzato dal trittico del pittore Paolo Gaidano di Poirino raffigurante il Trionfo della Croce (1901). In una nicchia ai lati dell’altare è posta una statua lignea di Santa Teresa del Bambin Gesù, realizzata nel 1974 dallo scultore Ferdinando Perathoner di Ortisei, e affiancata da un’altra statua, rappresentante san Giovanni della Croce ed eseguita sempre da Perathoner.

La Navata con l'Altare MaggioreSull’altare maggiore, realizzato nel 1894 dal Carli su disegno dell’ingegnere onegliese Antonio Spinelli, si staglia la grande statua in legno del Sacro Cuore di Gesù, scolpita nel 1892 dal Minoia. Dietro l’altare è ubicato il coro portato a termine nel 1910 dallo Zonca, che realizzò anche il pulpito, mentre il fonte battesimale fu realizzato dal marmoraro Biamonti di San Biagio della Cima.
Nella fascia murale curva al di sopra del coro si sviluppa il grande affresco Crocifissione, che si sviluppa per un’altezza di tre metri e trenta e per una lunghezza di quattordici con una superficie complessiva di 56 metri quadrati, e che è stato eseguito nel 1911 dal Gaidano.
Ai lati del presbiterio vi sono i due affreschi Gesù tra i fanciulli e Gesù tra i sofferenti, dipinti dal Morgari rispettivamente nel 1915 e nel 1922.

Sulle balaustre che fanno riscontro all’altare sono collocate alcune statue di bronzo, opera del Carli e raffiguranti fondatori di Ordini religiosi, come san Benedetto, san Francesco d’Assisi e sant’Ignazio di Loyola. Sopra le balaustre si trovano invece quattro angeli bronzei realizzati dal Pogliagli nel 1919.

Nella sacrestia, provenienti dalla vecchia Bussana, oltre al bancone della sacrestia , sono conservati tre pregevoli dipinti : La Nascita di san Giovanni Battista di Mattia Preti (1613-1699), attribuita al pittore secentista Mattia Preti (detto il Cavalier Calabrese, imitatore del Guercino e del Caravaggio), donato nel 1723 all’Oratorio della confraternita omonima dal cardinale Niccolò Lercari di Taggia; un quadro raffigurante il vescovo di Ascoli Piceno sant’Emidio, decapitato verso il 303; e la Madonna del Rosario, una tela secentesca di ignoto pittore di ambito genovese.

Sul lato destro della chiesa è situato l’altare della Sacra Famiglia, scolpito dal genovese Antonio Richino e sovrastato da un trittico realizzato dal Gaidano nel 1901. Nel vano interno della porta nei pressi dell’ingresso laterale si trova un bassorilievo marmoreo rappresentante San Pietro in vincoli, che era stato eseguito nel 1751 dal marmoraro sanremese Andrea Mezzetti per la chiesetta campestre di San Pietro.
Segue poi l’altare della Madonna del Rosario, terminato nel 1905 dal Carli e recante al centro una tela del Morgari, mentre ai lati di quest’ultima si innalzano le statue dei santi arcangeli Michele e Raffaele, opera del Casella. Nel tempietto di onice translucido dell’altare è sistemata una statua lignea del Santo Bambino di Praga, realizzata dal Minoia e qui collocata definitivamente nel 1910.

La facciata della Basilica ai primi del '900Nell’ultimo altare, dedicato a santa Margherita Maria Alacoque, realizzato su disegno di don Alessandro Thea ed eseguito dallo scultore albenganese Attilio Maragliano, si stagliano in particolare il bassorilievo bronzeo del paliotto e la maestosa icona marmorea raffigurante la santa titolare e varie figure di altri santi, tra cui san Giovanni Evangelista, sant’Agostino, san Bernardo, santa Caterina da Siena, san Francesco d’Assisi, sant’Antonio da Padova e san Luigi Gonzaga. All’interno del santuario si trova infine la tomba di don Francesco Lombardi, disegnata da Pietro Agosti ed eseguita nel 1926 da Cesare Paleni.

Sopra il basamento in marmo bianco di Carrara è sistemato il sarcofago a forma di urna in tipico stile cinquecentesco secondo l’impronta caratteristica delle opere di Mino da Fiesole. Accanto alla tomba è collocato un busto bronzeo del parroco bussanese scolpito nel 1924 da Jules Biesbroeck, mentre sulla parete di fronte al sepolcro è appeso un crocifisso ligneo detto il Cristo grosso, attribuibile alla scuola lombardo-piemontese operante nella seconda metà del Seicento e che si portava un tempo in processione nella vecchia Bussana.

Il 20 agosto 1939, su richiesta del vescovo di Ventimiglia, papa Pio XII elevò il santuario del Sacro Cuore di Gesù di Bussana alla dignità di Basilica, mentre il 3 febbraio di cinque anni prima l’Amministrazione dei monumenti del Ministero dell’Educazione Nazionale aveva dichiarato l’edificio sacro di «importante interesse».

Ancora oggi affluiscono al santuario bussanese numerosi fedeli provenienti da molte regioni italiane, e anche dall’estero, per invocare la protezione del Sacro Cuore e ammirare la particolare bellezza artistica del tempio.

(fonti testi: Andrea Gandolfo; Ernesto Porri - fonti immagini: archivio personale e WEB)

Usiamo i Cookie

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.