Diplomatico e Senatore

Giovanni Battista Borea d'OlmoL'11 ottobre 1831 nacque a Genova da Michele e da Anna Carrega, Giovanni Battista Borea d'Olmo, chiamato dai sanremesi il "Duca Bacicìn ".

F. La Cola così lo ricorda: "Era erede di due vetuste casate d’alta nobiltà ligure. Fu avviato fin dalla fanciullezza alla vita di corte, divenendo presto Paggio d’onore di Re Carlo Alberto. Rimase da quel momento strettamente legato alla dinastia sabauda, in tutto il periodo del suo apogeo costituito dal Risorgimento e dalla costruzione dell’Unità nazionale.
Dopo essersi laureato in Legge a Genova nel 1849 (a soli 18 anni), si stabilì a Torino; giurò nelle mani del Conte di Cavour, di cui fu segretario particolare, per poi maturare una carriera a corte in qualità di Maestro delle Cerimonie sotto il regno di Vittorio Emanuele II. Continuò a servire i suoi Re giungendo a ricoprire più tardi l’ufficio di Prefetto di Palazzo, ossia il vertice della gerarchia aulica.

Presumo che avesse vissuto più a Torino e Roma che non a Sanremo, eppure negli ultimi anni dal salotto del suo palazzo di Via Vittorio (odierna via G. Matteotti) continuava a partecipare con il cuore alla vita della sua città".

Il Nobiluomo morì a Sanremo il 19 Ottobre 1936.

Il feretro trasportato a spallaAveva centocinque anni e otto giorni. Una fotografia pubblicata su l’Eco della Riviera di vent’anni orsono documenta l’uscita del feretro dal gran portale di Palazzo Borea, portato a spalle da sei valletti in livrea e salutato con l’onore delle armi da un drappello di Carabinieri in alta uniforme. Testimonia il cronista Gino Guglielmi che la notizia della sua scomparsa a Sanremo corse dalla “Marina” alla “Pigna”, accompagnata da un rimpianto unanime: «U sciù Bacicia u l’è mortu!».

Bisogna dire che il Duca Bacicìn era stato alquanto vicino ai suoi concittadini attraverso tanti gesti significativi, di cristiana carità e di autentica nobiltà d’animo, quelle stesse prerogative che sublimano, agli occhi dei semplici, la nobiltà di nascita in una signorilità spirituale.

Il tributo maggiore dalla sua città il buon Duca Bacicìn lo aveva avuto in occasione del centesimo anniversario, festeggiato nel 1931. L’Amministrazione Comunale offrì al preclaro cittadino un albo d’onore contenente le firme autografe di tutti i capofamiglia sanremesi « assecondando un profondo sentimento del popolo sanremese che desidera onorare il conterraneo S.E. il Duca Giovan Battista Borea d’Olmo, Prefetto di Palazzo, Gran Maestro delle Cerimonie, Senatore del Regno, per il centesimo anno di vita e per tante sue benemerenze di cittadino e patriota ».
Nello stesso albo... il poeta Francesco Pastonchi così motiva il tributo: «…non solo come segno d’onore per tanta vittoria sul tempo, ma ancora e più come consenso di esultanza affettuosa che tutta la sua gente sanremese vuole così tangibilmente mandargli nell’avita casa, donde un giorno si librò l’anelito delle libertà cittadine e dolce sempre fu serbato, tra la Madonna della Costa e la Marina, il culto cristiano di ogni umana gentilezza »


(testo : F. La Cola)

 

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