Indice articoli

Dal Dopoguerra al 1969

1 - 1945 Il dopoguerra e la faticosa ricostruzione

Nel 1945 la città di Sanremo contava circa 30.000 abitanti. Le sue principali fonti di ricchezza erano in pessime condizioni: il Casinò chiuso, l'esportazione dei fiori bloccata dall'interruzione delle strade e della ferrovia, il turismo inesistente.
Molti Alberghi sono stati danneggiati sia dalle bombe sia dai diversi eserciti che li avevano requisiti.
Il primo ed unico turista del dopoguerra fu il milionario Italo - Americano Acquavella che, fra lo stupore dei Sanremesi, ammarò nello specchio del porto col suo Anfibio "Seabee".

Tessera annonaria per il sale
Danni all'interno del portoIl reddito era misero, con la tessera annonaria si aveva diritto ad un etto di pane a testa, l'energia elettrica e l'acqua erano fornite solo poche ore al giorno, il gas mancava del tutto.

Dopo due anni di continui bombardamenti aerei e navali il patrimonio edilizio di Sanremo era seriamente danneggiato.


In particolare presentavano estese demolizioni la Zona del Porto, a valle della Via Roma, il centro della Pigna e l'area di Piazza Colombo Macerie in Piazza Colombodistrutta il 20 Ottobre del 1944 dalla grande esplosione dell'edificio che comprendeva il Tribunale, la Casa del Edificio danneggiato in via RomaFascio, il Mercato dei Fiori nel quale erano ricoverati 48 barchini esplosivi tedeschi "Linsen".

Danni minori in tutto il centro abitato.



Nell’ottobre 1945 la Giunta Siffredi, che ricordiamo fu nominata dal CLN Sanremese, decise di riportare l’esercizio del gioco, provvisoriamente ospitato nei saloni dell'Hotel Vittoria Roma, nella sua sede naturale, il Casinò, chiuso dal giugno 1940.
Il Casino Municipale
Per dirimere la questione sulla forma di conduzione da adottare per la casa da gioco, la giunta nominò una commissione incaricata di pronunciarsi in merito, che si insediò nel novembre 1945. Intanto, in vista dell’ormai prossima riapertura del Casinò, prevista per il 31 dicembre 1945, veniva indetta l’asta d’appalto, che vide la partecipazione di nove società, tra cui sarebbe stata prescelta quella del ragioniere Placido Gandini. Non avendo però potuto il ragioner Gandini rispettare gli impegni contrattuali, la sera del 28 dicembre il sindaco dichiarò decaduta la società Gandini e affidò la gestione dei giochi alla Società CIRT (Compagnia Italiana di Ricostruzione Turismo).
La notte di San Silvestro del 1945 la casa da gioco riaprì dunque i battenti sotto la nuova gestione.

 


2 - 1946 Prime libere elezioni nel dopoguerra

Il 24 marzo 1946 si tennero le prime libere elezioni amministrative, in seguito alle quali venne eletto sindaco l’ingegnere Eugenio Bottini.
L’Amministrazione Bottini si occupò soprattutto di far rimuovere le macerie della recente guerra, demolendo le costruzioni pericolanti e riparando le strade danneggiate dai bombardamenti.
Una delle navi affondate di propositoSi rese anche necessario liberare il bacino portuale da numerose imbarcazioni affondate, insieme ad una grossa nave carica di pietre che ostruiva l'imboccatura del porto, appositamente per impedire l'accesso eventuale di incursioni nemiche.
Edifici danneggiati intorno a Piazza ColomboI primi interventi furono lo sgombero delle macerie e le riparazioni dei danni di guerra. In Piazza Colombo fu scavata l'enorme massa di detriti del Mercato dei Fiori, prima a mano, col concorso dei cittadini che organizzarono "corvees " gratuite, poi con l'ausilio di una delle meraviglie portate dall'Esercito Americano : la prima ruspa, costituita da un Carro Armato dotato di un vomere, che in un giorno faceva il lavoro di una squadra di uomini di una settimana.



Le prime opere pubbliche, che non fossero di mera ricostruzione , furono la demolizione della cortina di case che ancora chiudeva a nord la Piazza del Mercato, precludendo l'accesso veicolare alla Via Martiri della Libertà.

Uno dei moli danneggiati dai bombardamentiI lavori venivano eseguiti a mano, il cemento era quello sottratto ai tedeschi della TODT durante la costruzione del Muro Antisbarco che ancor oggi costeggia il Corso Trento e Trieste; per il ferro , a volte, si usavano i tondini dei reticolati raddrizzati, la sabbia era scavata in mare da un barcone con pompa aspirante e lavata sommariamente sul molo. I ponteggi erano fatti con vecchie tavole di legno e triestini inchiodati e legati fra loro con funi.
Oltre che a risanare il centro cittadino, si pensò anche a far si che il porto riprendesse la sua attività, oltre a liberare lo specchio d'acqua dai relitti, anche a porre rimedio ai danni a terra, sui moli e nelle costruzioni annesse.

In previsione poi, di un maggiore impegno da parte delle Autorità marittime, venne decise la costruzione di una nuova e più ampia Capitaneria di Porto, che vide la luce nel 1949 e la La nuova Capitaneria di Porto negli anni '50La Capitaneria di Porto oggigiornosua inaugurazione nel marzo del 1950. l'Amministrazione Comunale affidò all'Impresa di Angelo Salvadori i lavori, diretti dall'ingegnere Michele Savalli, per la costruzione dell'edificio, nel grande piazzale antistante l'area portuale, costò all'erario la somma di 14.131.639 lire.

 

La vecchia Capitaneria di Porto del 1880La vecchia Capitaneria al giorno d'oggiA lavori terminati avrebbe dovuto inoltre essere demolita la vecchia Capitaneria di Porto, costruita nel 1880 nella quale c'era anche l'abitazione del Comandante, in quanto di intralcio al traffico tra via Nazario Sauro e la via Arenella, ma, nonostante le richieste in tal senso avanzate a suo tempo, dal sindaco Siffredi, alle Opere Portuali, alla Prefettura e al Genio Civile, la Capitaneria non fu più abbattuta ed è tuttora esistente.

Si diede mano alla riparazione degli Alberghi, fra cui il Royal che fu riattato ed ingrandito dal proprietario Ing. Mario Bertolini. Su progetto di Gio' Ponti fu intrapresa la costruzione della splendida Piscina.
Il sindaco Bottini incaricò inoltre un gruppo di ingegneri e architetti sanremesi diretti dall'ingegner Bartolomeo Corradi di redigere un piano regolatore della città, poi terminato alla fine del 1947, che prevedeva lo spostamento della ferrovia a monte ponendo un vincolo al disordine edilizio delle nuove costruzioni che stavano cominciando a sorgere lungo il litorale.


3 - 1947 Il nuovo Mercato dei Fiori

Il nuovo Mercato dei fiori in corso GaribaldiNel corso del 1947 venne inaugurata la nuova sede del mercato dei fiori, situata in corso Garibaldi a fianco della chiesa degli Angeli.
Il nuovo Mercato dei fioriIl nuovo mercato floricolo occupava una superficie di 7.200 metri quadrati di cui 6.000 destinati all'area di contrattazione e 1.200 agli uffici e servizi vari. La superficie effettiva sfruttabile per il collocamento a terra delle ceste dei fiori ammontava invece a 4.400 metri quadrati, consentendo la sistemazione di circa 1.500 ceste.


Al mercato si poteva accedere attraverso tre ingressi: corso Garibaldi, via Marsaglia e via Volta. La struttura conteneva inoltre tutti i servizi istituzionali e privati necessari allo svolgimento delle attività agricole commerciali, ma non disponeva di un proprio parcheggio tanto che le migliaia di floricoltori e commercianti erano costretti a parcheggiare i loro automezzi nelle vie adiacenti, peraltro insufficienti ad Nuovo Mercato nel 1947accogliere tutti i veicoli che affluivano all'area di contrattazione.


Nelle giornate di maggiore attività; è stato infatti calcolato che i veicoli che si recavano al mercato di corso Garibaldi nelle ore di punta fossero circa 2.000 a fronte di non più di 300 posti disponibili nei parcheggi situati nelle immediate vicinanze della sala contrattazioni.


Intanto il sindaco Bottini, ad un anno di distanza dalla sua elezione, rimaneva vittima di un autentico colpo di mano dei consiglieri di maggioranza, che avrebbero voluto impedire che la Giunta concedesse la gestione del Casinò ad un'altra società, dal momento che gli azionisti della CIRT stavano attraversando un periodo particolarmente difficile a causa di una serie di problemi finanziari e amministrativi.


4 - Le fluttuazioni della vita politica sanremese e i nuovi eventi

Nell'aprile 1947 Bottini fu quindi costretto a rassegnare le dimissioni e al suo posto venne eletto nel successivo mese di maggio l'avvocato democristiano Paolo Manuel Gismondi.
Nel frattempo la CIRT aveva chiesto e ottenuto un sequestro conservativo dei beni del Comune per 400 milioni, dopoché il ministero dell'Interno aveva imposto all'Amministrazione Comunale di estromettere dalla direzione della Casa da Gioco, per "delicati motivi'', due azionisti della CIRT, Leoni e Soldaini, il secondo dei quali si sarebbe suicidato poco tempo dopo in un albergo di Montecarlo.

Il Casino visto dall'altoNel dicembre successivo anche tutti gli altri azionisti della CIRT furono liquidati dall'ingegner Giovanni Luca, che diventato socio per ultimo venne anch'egli estromesso dalla gestione del Casino "per motivi di ordine pubblico" con provvedimento governativo.
L'ingegner Luca fu così costretto a pagare di tasca sua i costi di due anni di gestione della sua società ormai fallita sborsando l'astronomica cifra di 350 milioni.

Il 29 dicembre 1947 il Comune rinnovò quindi il contratto d'appalto della Casa da Gioco con la CIT (Compagnia Italiana Turismo), la nuova concessionaria subentrata alla fallita CIRT.


Il 25 febbraio 1948 venne nominato commissario straordinario del Casinò il prefetto Amedeo Salé, che avrebbe retto con grande competenza e professionalità la Casa da Gioco sanremese permettendole un notevole aumento delle entrate; in seguito la vecchia concessionaria CIRT, esclusa dalla gestione del Casinò, chiese all'Amministrazione Comunale un miliardo di danni, che non le sarebbero stati però corrisposti.

In vista poi delle elezioni politiche previste a primavera, anche a Sanremo venne costituito il Fronte Democratico, del cui ufficio di presidenza furono chiamati a far parte il dottor Agosti, il professor Mario Calvino, la signora Giuseppina Cristel, il dottor Marco Donzella, l'ingegner Tullio Graf e il noto esponente partigiano Vittorio Guglielmo, mentre nel comitato esecutivo erano presenti l'esportatore floricolo Eugenio Kahnemann, il professor Mario Mascia, Mario Baggioli e Gino Napolitano, che era già consigliere comunale.

Le elezioni politiche del 18 aprile del 1948 videro però la netta vittoria della Democrazia cristiana, che anche a Sanremo ottenne una buona affermazione con l'elezione a deputato del sindaco democristiano della città Paolo Manuel Gismondi.

Autorità partecipandi al Secondo Congresso FNSIL'Onorevole Andreotti insieme ad altre AutoritàDal 24 al 30 settembre successivo si svolse nel padiglione di villa Ormond, il secondo Congresso della Stampa italiana (FNSI), a cui parteciparono  il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri Giulio Andreotti che per l'occasione visitò anche la sede dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e gli onorevoli Facchinetti, Azzarita e Tambroni (foto Istituto Luce).

Sempre nel settembre del 1948 l'ingegner Corradi presentò all'Amministrazione Comunale un innovativo progetto di porto turistico, che prevedeva la realizzazione di un bacino di carenaggio nell'area dove sorgeva la Società Canottieri e un pennello antistante la stessa Società dotato di una testa di martello orientata verso l'interno del porto, il prolungamento della diga foranea per circa 50 metri in direzione della riva di San Martino, la costruzione di una banchina riservata alle barche da pesca lungo l'ultimo tratto del molo di ponente, il banchinamento di tutta la zona di Pian di Nave e la costruzione di una diga foranea lunga 225 metri, posta a riparo dell'imboccatura del porto, per proteggere il bacino dai venti di levante, e in particolare dal grecale.
Anche la suddetta opera, il cui costo complessivo era valutato in 895.250.000 lire, nonostante l'approvazione di molti consiglieri e di numerosi semplici cittadini, non trovò una realizzazione pratica rimanendo soltanto sulla carta.

La Concattedrale di San Siro negli anni '50Il 2 ottobre 1948 papa Pio XII elevò la chiesa di San Siro a Basilica, mentre nello stesso torno di tempo venivano inaugurate le prime cinque case popolari nel quartiere del Borgo e proseguivano alacremente i lavori per la costruzione del nuovo cimitero di Valle Arma, resosi indispensabile perché quello della Foce era ormai diventato insufficiente a contenere tutti i defunti della città.



Vila ZirioNel gennaio 1949 il Comune acquistò dal governo italiano Villa Zirio con tutto il giardino antistante al prezzo di 35 milioni di lire. Diventerà sede di Uffici Comunali distaccati.



Intanto il Consiglio Comunale riprese l'esame della questione Casinò, studiando in particolare la possibilità di indire una nuova gara di appalto, nonostante la ferma opposizione a questa soluzione del presidente dell'Azienda di Soggiorno e Turismo Nino Bobba, che era invece favorevole ad una gestione diretta della Casa da Gioco da parte del Comune.

La prima casa popolare in via Dante Aligheri
In questo periodo il Consiglio approvò anche il regolamento per l'assegnazione delle prime case popolari costruite in via Dante Alighieri e il progetto di un mercato ortofrutticolo, da realizzarsi nel tratto compreso fra il torrente San Romolo e piazza Eroi Sanremesi, mentre in Valle Armea si inaugurava il nuovo cimitero cittadino.

Il 24 settembre del 1949 si verificò invece un mutamento del quadro politico cittadino determinato dalle dimissioni dei tre assessori comunisti della Giunta Gismondi che furono prontamente sostituiti. Nel dicembre successivo il Consiglio approvò invece il progetto, rimasto poi inattuato, della ricostruzione del Teatro Principe Amedeo, mentre nello stesso periodo venivano inaugurate le nuove scuole della frazione di Poggio.

Alla fine del 1949 arrivò quindi a conclusione la gara di appalto per la gestione del Casinò, indetta dall'Amministrazione Comunale all'inizio dell'anno, che vide l'affermazione del commendator Pier Busseti, che aveva accettato di concedere al Comune la percentuale dell'81,70% degli incassi lordi, riservando per sé la percentuale restante più tutte le spese per il personale.

Il Principe Filippo d'Edimburgo sul molo dopo l'arrivoIl 31 dicembre 1949 venne infine inaugurato il Cinema Teatro Astra, una nuova struttura dotata di 1.200 poltrone; nel corso dell'inaugurazione si tenne quindi uno spettacolo, il cui incasso fu poi devoluto ai Mutilati di guerra, che vide l'esecuzione di un concerto vocale e strumentale diretto dal maestro Giovanni Sartorio e la proiezione del film "Notte e dì". 
Vi assistette anche il principe Filippo di Edimburgo, consorte della futura regina d'Inghilterra Elisabetta II, giunto a Sanremo a bordo del Destroyer Chequers della Royal Navy.

Nel gennaio 1950 il Consiglio Comunale affidò all'architetto Camus e all'ingegner Santagostino il progetto di sistemazione di piazza Colombo e deliberò di autorizzare la sosta delle autovetture soltanto sul lato sinistro di via Matteotti.


5 - 1951 Nasce il Festival della Canzone Italiana

Ospiti seduti ai tavoli assistono al primo Festival della Canzone ItalianaLibretto delle canzoni del Festival del 1951Alle 22 in punto del 29 gennaio 1951, in un affollatissimo salone delle feste del Casinò Municipale, si svolse la prima edizione del festival della canzone, risultato dell'instancabile attività di Amilcare Rambaldi, che era finalmente riuscito a convincere il direttore dell'Ufficio Stampa, Turismo e Manifestazioni del Casinò Angelo Nizza a realizzare il suo sogno di organizzare a Sanremo una rassegna della canzone italiana.


La cantante Nilla Pizzi, vincitrice con "Grazie dei Fior"Il successo dell'iniziativa si dovette anche al collaboratore di Nizza Mario Sogliano, che riuscì a ottenere l'appoggio del gestore della Casa da Gioco Busseti. Il Il palco del teatro del Casinò con orchestra, coro e cantanteprimo festival venne quindi organizzato grazie al particolare interessamento del maestro Giulio Razzi, allora dirigente dell'Ente radiofonico di Stato di Torino, che si mise in contatto con le varie case discografiche, selezionò i brani migliori e inventò il meccanismo della gara.

Alla manifestazione, durata fino al 31 gennaio, presentata da Nunzio Filogamo e accompagnata dall'orchestra del maestro Cinico Angelini, parteciparono i cantanti Nilla Pizzi e Achille Togliani con il duo vocale Fasano, che cantarono venti canzoni scelte tra una rosa di 240 inviate da altrettanti autori italiani.


6 - Ulteriosi sussulti politici e l'abnorme crescita edilizia

Nel maggio 1951 si tennero le elezioni amministrative che sancirono ancora una volta la vittoria della lista democristiana, il cui esponente di spicco Giovanni Asquasciati, già vice sindaco nell'Amministrazione Gismondi, ottenne il maggior numero di voti preferenziali con 1.403 preferenze su 21.841 votanti. Alla tornata elettorale si erano anche presentati i floricoltori con una loro lista chiamata "Sole e Fiori", che ottenne una buona affermazione con 1.859 voti.

Il parcheggio sul solettone di Piazza ColomboIl nuovo Consiglio elesse allora sindaco Asquasciati, che costituì una Giunta formata da cinque assessori effettivi e due assessori supplenti. Durante i primi mesi dell'Amministrazione Asquasciati venne portato avanti l'iter dei lavori, divisi in sei lotti, per la ricostruzione di piazza Colombo, che poi la Giunta Asquasciati avrebbe trasformato in solettone, che, per anni, sarebbe stato adibito ad autoparcheggio nella parte alta e a
Il solettone con auto parcheggiateparcheggio per gli autobus nella parte sottostante.



Alla fine del 1951 l'Amministrazione Comunale nominò inoltre una Commissione per la redazione di un regolamento edilizio aggiornato secondo le ultime tendenze urbanistiche, il quale potesse costituire un argine alle numerose costruzioni che stavano sorgendo un po' ovunque in modo disordinato per la mancanza di un piano.
Relatore della Commissione venne allora nominato l'ingegner Morando, che, dopo due anni di intenso lavoro, portò a termine il testo del regolamento, che venne allora inviato a Roma presso il ministero dei Lavori, che il 10 aprile 1953 lo avrebbe quindi restituito al Comune praticamente approvato in tutte le sue parti.

Intanto si consumò un'altra tragedia legata al Casinò. Infatti, alcuni giorni dopo la seconda edizione del Festival, il gestore della Casa da Gioco sanremese Pier Busseti fu colto da un improvviso attacco cardiaco nel pomeriggio del 17 febbraio 1952 nella sua abitazione di via Lima a Roma. Nonostante le immediate cure cui venne sottoposto da insigni clinici, tra cui figuravano i professori Frugoni, Episcopo e Sebastiani, nella tarda serata di due giorni dopo il suo cuore avrebbe cessato di battere a causa di un collasso cardiocircolatorio.
Anche se la versione ufficiale del decesso avrebbe parlato di morte per malattia, sarebbe circolata anche la voce di un presunto suicidio dell’imprenditore per via della situazione finanziaria dissestata della sua azienda. Sarebbe stata anche avanzata « l’ipotesi di un possibile collegamento tra la sua morte e il traffico di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia gestito da Cosa Nostra, e in particolare dal boss italo-americano Lucky Luciano. Accurate indagini svolte in merito da Polizia e Guardia di Finanza non avrebbero tuttavia consentito di appurare la veridicità di tali indiscrezioni ». (articolo di Andrea Gandolfo sulla “Gardiöra du Matüssian”, n. 1, del 2018)
Dopo la morte di Busseti, la gestione della Casa da Gioco venne affidata all'industriale milanese Rinaldo Masseroni.

Nel 1953 Aristide Vacchino, figlio di quel Carlo già gestore del teatro "Principe Amedeo" e del "Cinema Teatro Centrale", stipulò il contratto con l'impresa edile Marchetti & Co. Spa per la realizzazione del nuovissimo "Centro Ariston".
Il progetto, fortemente desiderato da Aristide, prese vita a seguito dei bombardamenti che distrussero il teatro "Principe Amedeo", situato all'epoca in piazza Borea D'Olmo.
Aristide manifestò quindi l'esigenza di ricostruire un teatro degno di questo nome per la sua Sanremo. Nell'area dell'ex "Principe Amedeo", invece, realizzò "Il Giardino", un grande cinema all'aperto.


7 - 1953 Gemellaggio con la Città di Helsingør (Helsinore)

La città di Elsinore (Foto di Thierry Caro)Nel febbraio 1953 l'Amministrazione Comunale decise inoltre di gemellare Sanremo con la città danese di di Helsingør (Helsinore in italiano), località  nota nel mondo perché è il luogo in cui è ambientato l'Amleto di William Shakespeare. La cerimonia ufficiale del gemellaggio, che in un primo momento si preferì chiamarlo patto di fratellanza, si tenne quindi in Danimarca alla presenza delle autorità danesi, del sindaco Asquasciati e di alcuni assessori e consiglieri sanremesi a rappresentare il Comune.


Intanto continuava l'abnorme sviluppo edilizio della città, la cui marcia inarrestabile era favorita in tutti i modi dall'assessore ai lavori pubblici e all'edilizia privata ingegner Parodi, mentre l'Amministrazione Comunale preventivava la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo nello spazio di fronte alla galleria Francia, all'inizio di via Martiri della Libertà ad un costo complessivo di 800 milioni.

Il Cimitero di Valle Armea visto dall'alto

In Valle Armea veniva inaugurato il nuovo cimitero.


Gli edifici all'inizio di via Martiri della Libertà e di via Pietro Agosti


Di fronte al proliferare disordinato di centinaia di nuove costruzioni la Giunta Asquasciati non seppe tuttavia contrapporre un adeguato piano regolatore in grado di disciplinare questa smisurata crescita edilizia, che si realizzò senza alcuna programmazione e portò alla costruzione di decine e decine di palazzi e condomini in via Martiri della Libertà, via Pietro Agosti, nel centro del Parco Edifici di via Martiri e la copertura del San Romolo per via Pietro AgostiMarsaglia e in quello delle Magnolie, che rappresentano il segno tangibile della speculazione edilizia verificatasi a Sanremo a partire dai primi anni Cinquanta.

E tutto ciò nonostante il ministero dei Lavori pubblici avesse imposto al Comune di Sanremo nel 1953 di redigere un nuovo piano regolatore urbano, che, reso esecutivo nel 1957 in seguito all'approvazione ministeriale, non sarebbe stato messo in pratica rimanendo di fatto soltanto allo stadio progettuale.

Il 9 novembre 1954 si tenne a Palazzo Comunale l'asta pubblica per l'aggiudicazione della gestione del Casinò, che venne vinta dall'industriale milanese Masseroni, che dopo aver rilevato la direzione della Casa da Gioco dopo la tragica scomparsa di Busseti, aveva fatto valere il suo diritto di prelazione offrendo ben il 73,01% degli incassi lordi al Comune. Masseroni iniziò allora la gestione del Casinò coadiuvato da validi collaboratori, quali il funzionario di banca Diomede Turitto, Tagliabue e Angelo Amato.

Nei primi anni Cinquanta il governo aveva inoltre varato il cosiddetto "piano azzurro", che prevedeva ingenti stanziamenti pubblici per i porti italiani, tra i quali anche quello di Sanremo.
Il sindaco Asquasciati convocò allora in Comune gli esponenti degli enti interessati alla zona portuale riferendo loro che la pratica del porto, già impostata nel 1950 e attentamente seguita dai parlamentari locali, aveva indotto il ministro della Marina Mercantile Cappa a classificare il porto sanremese tra quelli di "notevole interesse turistico". (per maggiori informazioni vedasi la Storia del Porto).


8 - 1956 Inaugurata la nuova Autostazione

La nuova Stazione AutolineeL'8 marzo 1956, dopo tre anni di lavori, fu stata inaugurata, alla presenza del ministro dei Trasporti Angelini, la stazione delle autolinee di piazza Colombo, un'importante opera pubblica fortemente voluta dal sindaco Asquasciati e costata complessivamente 230 milioni.

Il 21 dello stesso mese avvenne l'annessione al Comune di Sanremo del paese di Coldirodi, allora dipendente da Ospedaletti, che divenne così una nuova frazione della città matuziana, in esecuzione del decreto emanato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.



Nel successivo mese di maggio 1956 si tenne una nuova tornata elettorale, che vide nuovamente l'affermazione della DC, e in particolare del sindaco Asquasciati, che ottenne ben 3.826 preferenze, seguito subito dopo dall'avvocato Nino Bobba, capolista di una lista indipendente chiamata "Campanile".
Quest'ultima aveva conseguito un notevole successo con ben nove consiglieri comunali eletti contro i sedici democristiani e i cinque comunisti. Dopo il responso delle urne appariva chiaro come gli indipendenti costituissero l'ago della bilancia per formare una solida maggioranza in Consiglio Comunale e iniziarono allora delle trattative tra la DC e il "Campanile" per trovare un accordo.

Fallito il tentativo d'accordo, i democristiani furono allora costretti a varare una Giunta di minoranza composta solamente da esponenti del loro partito, appoggiati dall'esterno dai socialdemocratici e dai missini, che avevano formato il Blocco Democratico. Il 27 giugno venne infine confermato sindaco Asquasciati, mentre gli indipendenti del "Campanile" abbandonavano l'aula consiliare in segno di protesta.
La nuova Giunta, presieduta da Asquasciati, che assunse anche l'incarico di assessore al Turismo, risultò quindi formata da Sebastiano Elena, in qualità di vice sindaco e assessore alla Floricoltura, Guido Pancotti ai Lavori pubblici, Francesco Bronda all'Igiene e Sanità, Francesco Viale al Lavoro e Frazioni, Eraldo Cugge alle Finanze, Francesco Fusaro al Contenzioso, Giorgio Baldi al Patrimonio, Igino De Mori alla Polizia Urbana.


Il 17 dicembre del 1956 un gruppo di sanremesi, riuniti presso la Biblioteca Civica di via Morardo, posero le basi per la costituzione della "Famija Sanremasca", che, nelle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto essere formata da due sezioni: una per gli studi storici, gli usi e i costumi, e l'altra per le manifestazioni folcloristiche. Il comitato promotore del nuovo sodalizio risultava costituito tra gli altri da Stefano Canepa, Giorgio Baldi, Arturo Bacherini, Franco Forneris, Emilio Bosso, Giuseppe Ferrari, Mario Feroldi, Antonio Moretti, Antonio Maccario, Mario Carasi e Iolanda Lazzarini.
Il 15 aprile 1957 venne redatto l'atto costitutivo del sodalizio alla presenza del notaio Giacomo Birone. Primo presidente della Famija Sanremasca sarebbe stato Giuseppe Ferrari e vice presidenti Franco Forneris ed Ersilio Bosso.


9 - Gli avvicendamenti convulsi delle Amministrazioni comunali e del Casinò

Intanto, mentre circolavano voci di una possibile fusione con i socialisti, i socialdemocratici ritirarono il loro appoggio esterno alla Giunta Asquasciati, che comunque resistette ancora, fino a quando, il 25 luglio 1957, si ebbe un rimpasto di governo con l'ingresso in maggioranza dei consiglieri indipendenti del "Campanile". La nuova Giunta che ne scaturì risultò composta dal sindaco Giovanni Asquasciati, Guido Pancotti, vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici, Eraldo Cugge alle Finanze, Carlo Bensa al Contenzioso, Paride Goya al Demanio e Attrezzature Turistiche, Angelo Trovati all'Annona, Vincenzo De Mori alla Viabilità, e Francesco Bronda all'Igiene.
Prima del rimpasto si era dimesso a sorpresa, nel mese di marzo, l'assessore al Turismo Adriano Morosetti a causa della decisione della Giunta di spendere 18 milioni per costruire al centro del parco Marsaglia un auditorio musicale.

Il 28 marzo del 1957, inoltre, il Consiglio Comunale aveva anche approvato una nuova convenzione con l'ATA, la società che gestiva il Casinò ed era diretta da Masseroni, la cui gestione, secondo le intenzioni degli amministratori comunali, sarebbe dovuta proseguire fino al 9 aprile 1964.
Il 24 novembre successivo, però, Masseroni scomparve inaspettatamente colpito da un infarto. L'Amministrazione Comunale decise allora di rinnovare la fiducia all'ATA, che fu però affidata all'avvocato Achille Cajafa.

Nel corso del 1958 si incrinarono ulteriormente i rapporti tra la DC e il "Campanile", che, in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione annuale, lanciò un vero e proprio ultimatum chiedendo di includere nel documento le pratiche riguardanti il mercato dei fiori, i bagni Imperatrice, una diversa sistemazione delle carceri di Santa Tecla, l'ospedale e le strade.
Nel maggio del 1958 il Consiglio Comunale, tenuto in piedi tra difficoltà sempre maggiori, approvò quindi il progetto per il nuovo mercato dei fiori nel parco delle Carmelitane in corso Cavallotti, che però non sarebbe mai stato realizzato a causa delle pressioni di tutti quelli che erano favorevoli alla salvezza del giardino.

Il 15 gennaio 1959 l'avvocato Cajafa morì a Serravalle Scrivia in un incidente stradale, proseguendo nella serie di lutti riguardanti il Casinò, e venne sostituito a vertice dell'ATA dall'avvocato Luigi Bertolini, che prima gestiva il ristorante del Casinò.
Sempre nel mese di gennaio del 1959 l'Ufficio Anagrafe del Comune venne dotato di un moderno impianto meccanografico destinato a snellire la trascrizione degli iscritti nei registri della popolazione.

Il Sindaco prof. Giovanni Asquasciati nel giugno del 1959 si recò, con una folta delegazione di concittadini, addirittura in treno speciale, ad Helsinore, la città danese patria di Amleto (che, ricordiamo, dal febbraio 1953 è gemellata con Sanremo), per partecipare ai festeggiamenti organizzati da quella città. In assenza del primo cittadino emergevano forti contrasti nella Giunta Municipale tra esponenti democristiani e quelli della lista "Campanile", forti dei suoi 9 consiglieri comunali. Sta di fatto che il 25 giugno 1959 tre assessori indipendenti annunciavano le proprie dimissioni determinando di fatto la crisi dell’Amministrazione Comunale.
I gruppi consiliari della minoranza (socialisti, comunisti e missini), approfittando dei dissensi emersi, si dichiaravano disponibili ad appoggiare una nuova giunta formata dai soli indipendenti, che escludesse del tutto la Democrazia Cristiana.
I consiglieri del "Campanile" prontamente aderivano all’invito ed approvavano una nuova Giunta, designando quale nuovo sindaco l’avvocato Carlo Bensa, dividendo gli assessorati tra le varie componenti.

Nel frattempo rientrava in sede il sindaco Asquasciati, che convocava il Consiglio Comunale per il 9 luglio per discutere la mozione di sfiducia presentata dai diversi gruppi consigliari.
In apertura di seduta Giovanni Asquasciati comunicava di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Messa ai voti, la mozione raccoglieva 21 voti favorevoli e 19 contrari.
I ventuno consiglieri della nuova maggioranza chiedevano quindi al sindaco Asquasciati di convocare nuovamente il Consiglio comunale entro dieci giorni per discutere una serie di pratiche di natura amministrativa.

Si scatenavano intanto in città le opposte fazioni con accuse reciproche di ineleggiblità di conglieri comunali e di gravi conflitti di interessi, appoggiate da furibonde campagne di stampa. Il 27 luglio si teneva una convulsa seduta del Consiglio comunale, durante la quale il sindaco abbandonava per protesta l’aula consiliare tra le vivaci rimostranze dei consiglieri a lui contrari.
La mattina successiva i rappresentanti della nuova maggioranza venivano ricevuti dal prefetto di Imperia Vittorio Passananti. Il rappresentante del governo, preso atto di quanto gli era stato esposto, si augurava che si giungesse al più presto a una soluzione nell’interesse della città, attraverso contatti tra le due fazioni.

Nel pomeriggio del 17 agosto il gruppo consiliare e il comitato comunale sanremese della Dc si riunivano nella sede del partito, dove, dopo aver ascoltato la relazione del senatore Zaccari, decidevano di invitare il sindaco Asquasciati e gli assessori ancora in carica a rassegnare le dimissioni nel Consiglio comunale del 20 agosto.
In conseguenza di questa decisione, il sindaco inviò una lettera a tutti i consiglieri per informarli che essi avrebbero dovuto soltanto “prendere atto” delle loro dimissioni nell’imminente seduta dell’assemblea municipale. La sera del 20 agosto l’assise consiliare, di fronte a un folto e attento pubblico, affrontò quindi la questione delle dimissioni della Giunta Asquasciati.

Prima di prendere la parola per annunciare ufficialmente la sua uscita di scena, il sindaco lesse un breve comunicato, in cui rivendicava il lavoro fatto da lui e dal suo gruppo per affrontare le molte problematiche a cui andava incontro la città e lamentava il metodo utilizzato dalla nuova maggioranza per imporgli di lasciare il suo incarico. Si passò quindi alla votazione della mozione di sfiducia, che passò con venti voti favorevoli, diciassette schede bianche e un astenuto.
Con tale risoluzione si aprì quindi formalmente la crisi dell’amministrazione municipale, tanto che già il successivo 27 agosto sarebbe stato convocato un altro consiglio comunale per procedere alla nomina del nuovo sindaco.
Dopo un tentativo su proposta di alcuni consiglieri, di creare una Giunta con una spartizione tra i vari gruppi ma con l'esclusione dell'ex sindaco, respinta però dai Democristiani, la sera del 29 agosto 1959 venne quindi eletto nuovo sindaco di Sanremo con ventuno voti favorevoli, contro diciassette andati all’ex sindaco Asquasciati, l’esponente socialdemocratico Secondo Anfossi, il quale, appena insediato, dichiarò: « Il programma della mia amministrazione sarà basato sull’onestà, per il rispetto della quale mi prodigherò fino in fondo ».

Dopo l’elezione del primo cittadino, il Consiglio comunale procedette alla designazione degli assessori effettivi e supplenti. Vennero eletti assessori cinque effettivi, tutti del gruppo indipendente, ed uno del Movimento Unitario di Iniziativa Socialista. Assessori supplenti furono designati uno del Psi ed uno indipendente. Subito dopo il capogruppo della nuova maggioranza Vincenzo Semeria porse i suoi più fervidi saluti al neosindaco, a cui augurò di svolgere una proficua attività amministrativa nell’interesse esclusivo della città e dei suoi abitanti. Alle parole di Semeria si unirono quelle del capogruppo della Dc Francesco Fusaro, che, dopo aver fatto gli auguri di prammatica al neoeletto, volle richiamare l’attenzione di tutti i presenti sulla notevole opera svolta dal sindaco Asquasciati durante gli otto anni della sua amministrazione.
L'Amministrazione Anfossi avrebbe quindi retto le sorti della città fino al 9 giugno 1960, quando il senatore socialdemocratico morì a Taggia, dove risiedeva da tempo.


10 - 1959 Il nuovo Mercato Ortofrutticolo e la vicenda del Bastione della Ciapéla

Il Bastione della CiapélaNel dicembre del 1959, la struttura del Mercato Annonario era ormai terminata e il piazzale circostante stava per essere sistemato mediante livellamento ed asfaltatura.

La sera del 2 dicembre del 1959, il Consigliere comunale dr. Baldi, assieme a un gruppo di persone, si trovava a passare per via Martiri della Libertà verso le 23, proprio mentre una squadra di operai, attorno ad una macchina escavatrice alla quale era stata agganciata una grossa boccia di ferro, stava dando violenti colpi allo storico Bastione della Ciapéla (detta comunemente "Torre Saracena") con l'evidente intenzione di abbatterlo.



Dopo che diversi cittadini si erano frapposti tra la macchina e la Torre, protestando, il dr. Baldi, che in quel momento era consigliere all'opposizione, si rivolgeva alla Polizia provocando l'intervento del vice-commissario dr. Molinari e di una squadra di agenti, i quali intimarono agli operai di interrompere il lavoro.
Il Bastione della Ciapéla e i suoi dintorniLa squadra di operai era alle dipendenze del geom. Lombardi, dell'Ufficio Tecnico Comunale il quale e informò la Polizia che egli stava compiendo il proprio dovere.
I «lavori» di demolizione vennero comunque sospesi, ma le indagini proseguirono fino all' incriminazione, per danneggiamento, dello stesso geom. Lombardi e dell' ing. Domenico Parodi, allora assessore ai lavori pubblici.

Il processo si svolse in Pretura. L'ing. Parodi e il geom. Lombardi dichiararono che l'allora Amministrazione, che era retta dal sen. avv. Secondo Anfossi, aveva assunto una regolare delibera con la quale ordinava l'abbattimento della torre saracena. Il giudice concesse le attenuanti generiche e i benefici di legge sulla condanna a 4 mesi di reclusione inflitta a ciascuno degli imputati, ed entrambi al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento dei danni verso le parti civili.

Al salvataggio di questo monumento storico si debbe anche all'intervento di Associazioni Sanremesi e soprattutto a due autorevoli personalità locali, il pittore Alberto Carlo  e lo scrittore Giuseppe "Pipin" Ferrari.

Il tetto del nuovo Mercato Ortofrutticolo di fronte alla Galleria FranciaNel gennaio 1960 vennero inaugurati la Clinica privata Villa Athena e il nuovo Mercato Ortofrutticolo di piazza Eroi Sanremesi, per accedere al quale nel luglio 1963 sarebbe stata aperta al traffico la Galleria Francia, che durante la guerra era servita come rifugio antiaereo.
Monumento a Orazio Raimondo

Nello stesso periodo fu anche inaugurato il monumento al noto avvocato e deputato socialista sanremese Orazio Raimondo, collocato in corso Salvo D'Acquisto di fronte allo stabilimento balneare Morgana.



Pochi mesi dopo, il 9 giugno del 1960, nello stesso anno in cui moriva a Taggia il sindaco socialdemocratico Anfossi, l'assessore al Turismo Morosetti, anch'egli socialdemocratico, venne dichiarato decaduto da consigliere comunale perché la sua ditta era stata accusata di aver effettuato dei lavori per conto del Comune.

In realtà la destituzione di Morosetti era il risultato dell'accanita campagna denigratoria mossagli contro dai suoi avversari politici.
Pochi giorni dopo questo provvedimento, il 23 giugno, Morosetti morì però improvvisamente per un collasso e con lui scomparve dalla scena politica sanremese uno dei protagonisti della recente storia della città, per la quale era stato per otto anni consecutivi assessore al Turismo, aveva inventato il carnevale e il corso fiorito ed era stato presidente della sua squadra di calcio.
Subito dopo la morte di Morosetti, l'Amministrazione Comunale entrò in una crisi che si sbloccò soltanto il 14 luglio, quando venne eletto sindaco il democristiano Francesco Fusaro con ventuno voti favorevoli.
Nel successivo mese di novembre si tennero invece le elezioni amministrative, che videro ancora una volta l'affermazione della Democrazia Cristiana, i cui consiglieri formarono una nuova maggioranza insieme ai socialdemocratici e agli indipendenti di "Sole e Fiori", la lista dei floricoltori.
La minoranza era invece composta dai comunisti con sei consiglieri, i socialisti, cinque consiglieri, i missini, tre consiglieri, e i liberali con un consigliere.
Il nuovo Consiglio Comunale riconfermò quindi come sindaco il democristiano Fusaro.
Poco tempo dopo la rielezione di Fusaro, l'assessore Giorgio Baldi si dimise dalla sua carica lamentando la mancata coesione del gruppo consiliare della DC.

Intanto il Consiglio approvava la nuova sede del Mercato dei fiori a Mordibue, dove però il mercato non sarebbe stato mai realizzato.


11 - 1960 Lavori ed incentivazione dei servizi portuali altre Manifestazioni 

Nel 1960 furono anche appaltati i lavori per il terzo lotto delle opere nell'area portuale all'Impresa Acquarone di Ventimiglia per una spesa complessiva di 65 milioni di lire ci cui 15 a carico del Comune. I successivi lavori, terminati alla fine del 1961, avrebbero quindi portato al prolungamento di altri 35 metri del molo di ponente più il banchinamento di circa 100 metri nella parte retrostante del molo stesso, oltre all'allungamento del pennello di levante per circa 250 metri in direzione del primo quadrante e con una testa a martello in direzione della diga foranea per un'estensione di circa 50 metri. Contemporaneamente a questi lavori furono anche portati a termine il livellamento del piano viabile del molo, realizzato dalla ditta di Domenico Bartolo per una spesa di 5 milioni, il prolungamento della banchina antistante la facciata sud dei Docks lungo la zona di Pian di Nave e il raddoppiamento della strada soprastante.

Nell'estate del 1961 l'attenzione degli amministratori comunali e degli operatori turistici si incentrò invece su un innovativo progetto urbanistico, predisposto dall'architetto Camus e dall'ingegner Santagostino e denominato Sanremo-Mare, che prevedeva di strappare al mare oltre 500.000 metri quadrati di terra per costruirvi un intero quartiere residenziale, che però, dopo due anni di accese discussioni, sarebbe rimasto soltanto sulla carta.

Nel novembre del 1961 si ebbe anche la fusione della "Famija Sanremasca" con il "Comitato Arti e Tradizioni", fondato dal pittore e perito d'arte Carlo Alberto (cit.).
Nel febbraio 1962 invece il presidente dell'Azienda di Soggiorno Giovanni Bertalli diede le dimissioni e fu sostituito dal dottor Mario Massobrio, che prese le redini dell'Azienda dopo la parentesi commissariale del prefetto Bartolomeo Marco.

Un padiglione della Mostra di FloricolturaDal 1° all'11 marzo successivo si tenne invece la Mostra Internazionale di Floricoltura nell'area di Villa Ormond allargata ai giardini delle Magnolie e Nobel su una superficie complessiva di 50.000 metri quadrati.
La Mostra, organizzata dal dottor Mescola e dall'avvocato Bobba, vide la partecipazione dei più importanti produttori floricoli nazionali che presentarono migliaia di varietà di fiori diversi. La giuria ebbe come presidente onorario Domenico Aicardi e come presidente effettivo il commendator Giuseppe Ratti, che l'anno prima aveva organizzato l'Esposizione internazionale Flor '61 di Torino.
Nel corso della rassegna si svolse anche un congresso scientifico sulla coltivazione del garofano curato dalla Società Orticola Italiana.

Nell'inverno del 1962, intanto, il vice sindaco Francesco Viale si era recato a Roma per seguire più da vicino l'iter di diverse importanti pratiche, tra cui il fantomatico nuovo Mercato dei Fiori in Mordibue (via San Francesco), il trasferimento a monte della linea ferroviaria e l'allargamento del sottopassaggio di via del Castillo.
In seguito l'assessore alle Finanze Eraldo Cugge presentò alla Giunta il resoconto del bilancio comunale per il 1962, che, articolato sulle entrate previste del Casinò, pari a 3 miliardi, e sull'accensione di alcuni mutui per lavori pubblici, prevedeva di raggiungere un pareggio tramite un mutuo di un miliardo. Il bilancio di previsione per il 1962 venne approvato dal Consiglio Comunale.

Il 21 aprile 1962 il Consiglio votò all'unanimità la fiducia alla gestione del Casinò da parte di Luigi Bertolini e decise nello stesso tempo di istituire una Commissione che concordasse con l'ATA le clausole del contratto per il rinnovo della gestione della Casa da Gioco. I consiglieri missini Roberto Moroni e Bruno Tamponi, il comunista Franco Dulbecco e il socialista Silvio Dian espressero tuttavia la loro contrarietà a questa decisione, chiedendo inutilmente che tra i membri della Commissione incaricata di trattare con la società concessionaria fossero nominati anche i componenti delle minoranze consiliari.
Nello stesso periodo il sindaco Fusaro, il vice sindaco Viale e l'assessore al Turismo Goya si recavano a Roma per intavolare una trattativa sul Casinò con il governo, che sembrava fosse orientato a rinnovare la concessione dei giochi per altri dieci anni, e cioè fino alla primavera del 1973.

L'Hotel Bellevue che sarà la sede comunaleNella capitale gli amministratori sanremesi trattarono anche le pratiche relative all'acquisto del complesso Excelsior-Bellevue, scelto come nuova sede del Il Palazzo Nota, vecchia sede del ComuneComune (che prima era a Palazzo Nota), al finanziamento del mercato dei fiori e al porto turistico.
L'acquisto del Bellevue venne quindi trattato sulla base di 650 milioni con una pratica di cui si occupò il dottor Felice Bertalli.
Intanto la decisione di riassegnare la gestione della Casa da Gioco all'ATA, decisione caldeggiata in particolare dai dirigenti del Partito socialista sanremese, provocò le dimissioni del consigliere comunale Agostino Donzella per dissensi sulla conduzione della trattativa.


Edilizia intensiva nelle vie Martiti della Libertà e Pietro AgostiNel frattempo non diminuiva di intensità il fenomeno dello sviluppo edilizio, che stava trasformando radicalmente il volto della città; venne allora calcolato che solo nel periodo dal 1953 al 1960 a Sanremo erano stati costruiti 44.596 vani per un totale di 1.377.880 metri quadrati, mentre nel 1961 i vani costruiti erano stati 6.953 per 208.590 metri quadrati.La nuova sede dell'Amministrazione Comunale


Nell'aprile 1963 il Comune formalizzò l'acquisto di Palazzo Bellevue, che nel 1966 sarebbe così diventato la nuova sede dell'Amministrazione Comunale di Sanremo.

 


12 - 1963 Si inaugura il Cinema Teatro Ariston


L'ingresso principale del Cinema Teatro AristonIl 31 maggio successivo, dopo dieci anni di lavori, venne invece inaugurato il "Cinema Teatro Ariston", il più grande teatro al coperto della regione, che La grande sala per gli spettatoripoteva disporre di 1960 posti, suddivisi tra platea e galleria, con sedici palchi. Per l'occasione ci fu la proiezione del film "Gli ammutinati del Bounty", preceduto da un concerto lirico diretto dal maestro Carlo Farina.

Il Teatro Ariston durante la sua costruzione
La nuova struttura era stata realizzata su iniziativa dell'imprenditore cinematografico sanremese Aristide Vacchino, che già nel 1953 aveva creato il "Centro Ariston" con l'apertura del cinema "Giardino" nella piazza formatasi dopo la distruzione del teatro "Principe Amedeo".
Il Teatro "Principe Amedeo" distrutto dalla guerra


Contemporaneamente fu aperto anche il Cinema Ariston Mignon, che, inaugurato ai primi di dicembre del 1962, avrebbe poi assunto la denominazione di Cinema Ritz.

L'ingresso della Biblioteca Civica su via CorradiNel 1963 l'Amministrazione comunale decise di trasferire la Biblioteca Civica dalla sua sede (creata nel 1901 nei locali superiori all'ex Chiesa dell'Annunziata La ex Chiesa dell'Annunziata in via Morardo), al primo ed al secondo piano dell'edificio ottocentesco di proprietà dell'Ente "Asilo Corradi" di via Carli dov'è attulamente. In essa è stato naturalmente trasferito l'enorme patrimonio dato dalle opere dei secoli XVI, XVII e XVIII facenti parte dell'antica biblioteca dei frati cappuccini, con le donazioni bibliografiche del Dott. Francesco Corradi ed in seguito, grazie all'opera del coordinatore Dott. G.B. Barboro (1864 - 1938) arricchito con nuove opere dalla raccolta esistente e da donazioni di privati.

Il 23 dicembre 1962 era stato anche inaugurato in Regione Foce, lungo corso Matuzia, il Cinema Orfeo, che in seguito sarebbe stato rilevato anch'esso dalla ditta Vacchino.


13 - Assegnazione tribolata della gestione del Casinò ed altre Amministrazioni

Nel 1963 si era anche tenuta una burrascosa seduta del Consiglio Comunale, svoltasi subito prima della gara d'appalto per l'assegnazione della nuova gestione del Casinò, nel corso della quale il sindaco democristiano Fusaro annunciò di aver denunciato all'autorità giudiziaria tre suoi colleghi di partito per le pressioni che questi avrebbero esercitato su di lui per rinnovare la concessione alla Casa da Gioco all'avvocato Bertolini.
I tre indiziati sarebbero stati quindi processati in Pretura per il reato di turbativa d'asta.

La successiva asta per l'assegnazione della nuova concessione per il Casinò venne vinta dall'ATA di Bertolini, che aveva avanzato l'offerta dell'83,20% degli introiti lordi al Comune.
Nel dicembre del 1963 la Giunta Fusaro entrava in piena crisi con le dimissioni di tutti e otto gli assessori, ma nonostante ciò il sindaco fece sapere pubblicamente che non si sarebbe dimesso, almeno fino al marzo dell'anno dopo.
Nel febbraio 1964 Fusaro si presentò quindi in Consiglio Comunale come il solo dimissionario della sua Giunta, e, inaspettatamente, i consiglieri, tra i quali vi erano diversi "franchi tiratori", gli rinnovarono la fiducia.
A marzo però Fusaro, constatato che la sua Giunta si era praticamente dissolta, ritirò la sua candidatura e venne allora eletto al suo posto il professore democristiano Eraldo Cugge.

A novembre 1964 si tennero le elezioni amministrative, che videro la partecipazione anche di due liste indipendenti: "Sole e Fiori" e "Il Faro".
Dopo le elezioni, che avevano visto ancora una volta affermarsi la DC come partito di maggioranza relativa, i consiglieri democristiani tentarono di far eleggere sindaco Giovanni Asquasciati, che, sconfitto per soli venti voti anche a causa della presenza di molti franchi tiratori, si sarebbe in seguito ritirato definitivamente dalla vita politica.
Venne allora rieletto sindaco il professor Cugge, che varò una Giunta di centro-sinistra, formata da un socialista come vice sindaco, un socialdemocratico al Turismo, un'indipendente alla Floricoltura, e tre democristiani ai Lavori pubblici, alle Finanze ed alla Polizia Urbana. Il Consiglio Comunale risultava poi composto da quindici consiglieri democristiani, otto comunisti, quattro liberali, tre del Faro, tre socialdemocratici, tre socialisti, due del "Sole e Fiori" e due missini.


14 - 1965 Inizio del lavori per l'Autostrada dei Fiori 

Tabelle delineanti gli impegni per la realzzazione dell'AutostradaLavori per l'esecuzione dell'AutostradaIl 12 febbraio del 1965 vennero quindi avviati i lavori per la costruzione dell'Autostrada dei Fiori, l'importante arteria stradale che avrebbe rappresentato una valida alternativa all'Aurelia, che iniziava ad essere fin troppo congestionata dal traffico, e soprattutto da quello dei mezzi pesanti.

   Altro cantiere per la costruzione dell'Autostrada



Nell'ottobre successivo la Direzione nazionale della DC decise di commissariare le sezioni sanremesi del partito, inviando a Sanremo l'avvocato Antonio Avezzu in qualità di commissario straordinario.
Nello stesso mese il presidente dell'Azienda di Soggiorno e Turismo Mario Massobrio, di area democristiana, decideva di dimettersi dalla sua carica per motivi politici.



Istituto Professionela per la Floricoltura "Domenico Aicardi"Sempre nell'ottobre del 1965 venne fondata in città una nuova scuola media superiore specializzata in floricoltura, l'Istituto Professionale "Domenico Aicardi", che diede la possibilità ai giovani di apprendere su basi scientifiche il lavoro di floricoltore.

Nel successivo mese di novembre si dimise anche il vice sindaco Silvio Dian, che sarebbe stato quindi sostituito ai primi di gennaio del 1966 dall'ingegnere Giancarlo Del Gratta.

Nel corso del 1966 la Giunta approvò inoltre i progetti dell'autoparcheggio al Mercato dei fiori e del sottopassaggio della ferrovia nei pressi degli Uffici Postali, in modo da collegare il centro urbano alla zona portuale.

Nuova Sede del Liceo Classico "Giandomenico Cassini"
Il 1966 vide lo spostamento della sede dello storico Liceo Classico "Giandomenico Cassini"  dall’antico palazzo di piazza Cassini alla dependance dell’Hotel Excelsior-Bellevue nel verde dei giardini di corso Cavallotti.

Ai primi del 1967 si dimise il direttore generale del Casinò Diomede Turitto, mentre il 15 gennaio il professor Cugge annunciava le sue dimissioni da sindaco in ossequio alle direttive del partito che aveva imposto un avvicendamento interno.
Il commissario Avezzu, infatti, per porre fine alla situazione di stallo amministrativo determinata dalla gestione del Comune da parte di Cugge, aveva disposto di affidare l'Amministrazione civica a un sindaco giovane e dinamico, come si presentava l'avvocato Francesco Viale, che era già stato vice sindaco nella Giunta precedente e aveva anche ottenuto il maggior numero di preferenze nelle ultime elezioni comunali.

Il 2 febbraio 1967 Viale venne eletto sindaco dal Consiglio Comunale, che si era riunito per la prima volta nella sala a pian terreno di Palazzo Bellevue, che da quel momento diventava ufficialmente la nuova sede del Comune di Sanremo.

Il cantautore Luigi TencoUn tragico evento caratterizzò invece l'edizione del Festival di quell'anno: il cantautore genovese Luigi Tenco, appresa la notizia della sua eliminazione dalla gara canora, si tolse la vita in una camera dell'Hotel Savoy, dove alloggiava; la notizia del suicidio di Tenco avrebbe quindi destato un'enorme impressione nell'opinione pubblica, che rimase profondamente colpita dal gesto compiuto dal cantautore genovese.



La nuova struttura del Mercato dei Fiori e del parcheggio sotterraneoIl sottopasso "delle Poste"Nei mesi successivi l'Amministrazione Viale realizzò alcune importanti opere pubbliche, quali il parcheggio del Mercato dei fiori in Corso Garibaldi e il sottopassaggio delle Poste.



Nel settembre del 1967 il Consiglio Comunale votò all'unanimità il rinnovo della concessione del Casinò per altri cinque anni all'ATA di Bertolini, ma subito dopo il ministro dell'Interno Franco Restivo stabiliva l'allontanamento definitivo dell'ATA dalla Casa da Gioco, malgrado l'ingresso in società dell'organizzatore romano Ezio Radaelli, che aveva acquistato buona parte delle azioni dell'ATA.

Dopo l'intervento ministeriale sembrava che l'ATA fosse destinata ad avviarsi verso il fallimento, ma la Giunta Viale decise che la società di Bertolini avrebbe continuato a gestire il Casinò fino al 15 febbraio 1969.


Ai primi di gennaio del 1968 il presidente dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Rinaldo Ferrero acquistò per cento milioni Villa Nobel in corso Cavallotti, dove era morto il grande scienziato, che sarebbe poi stata definitivamente rilevata dall'Amministrazione Provinciale di Imperia nel 1973.


15 - 1968 La contestazione giovanile

Manifestazioni studentescheNel 1968 anche a Sanremo si verificarono numerosi episodi legati al fenomeno della contestazione giovanile, che si manifestò soprattutto nelle scuole cittadine. Nel mese di novembre gli studenti delle scuole secondarie superiori scesero in piazza per chiedere l'abolizione della scuola di classe, l'apertura ai ragionieri delle facoltà universitarie di matematica, scienze politiche e legge, l'introduzione di un corso di storia contemporanea, l'eliminazione del valore del voto, e la partecipazione attiva degli studenti alla redazione dei programmi di studi e alla scelta dei libri di testo.

L'episodio più grave della contestazione si verificò tuttavia il 14 dicembre 1968 al Teatro Ariston dove era in programma l'incontro di pugilato Benvenuti-Fullmer; numerosi giovani contestatori armati di carciofi e uova marce, circondato il ring, vennero infatti a contatto con gli agenti di polizia presenti in sala, che li caricarono dando origine ad una serie di tafferugli, che avrebbero causato qualche ferito non grave.

Nuova passeggiata a mare " delle Nazioni"A settembre intanto l'Amministrazione Viale aveva dato inizio ai lavori per la costruzione della scogliera a mare tra i giardini Vittorio Veneto e corso Imperatrice, creando così una nuova passeggiata che era stata progettata da un ingegnere dipendente dell'Autostrada dei Fiori.

Nel febbraio 1969 la contestazione giovanile colpì anche il Festival, che, dopo aver rischiato di non essere trasmesso dalla RAI per il timore di possibili incidenti, si svolse poi regolarmente in una città presidiata da centinaia di agenti e carabinieri che avevano approntato un cordone protettivo da piazza Colombo al Casinò per scongiurare eventuali azioni dimostrative contro la manifestazione canora.

Il 16 febbraio del 1969 l'ATA, che gestiva da sedici anni la Casa da Gioco sanremese, uscì definitivamente di scena e il Comune nominò allora al vertice del Casinò due commissari, dei quali uno, il presidente, era un prefetto della Repubblica nominato dal ministro dell'Interno.

Casa di Riposo "Casa Serena"Nel mese di aprile 1969, sulla collina di Poggio, venne inaugurata, alla presenza del sindaco Viale, Casa Serena, una moderna struttura destinata ad accogliere i pensionati dell'INPS.

(basato sui testi di "Storia della Città di Sanremo", "Storia Tascabile della Città di Sanremo" del dott. Andrea Gandolfo e di altri autori; immagini provenienti da archivi personali o da WEB)

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